Quasi completamente rivoluzionata la giuria della tredicesima edizione di X Factor, il talent di Sky prodotto da Fremantle: al fianco della confermata Mara Maionchi troveremo Malika Ayane, Samuel, il frontman dei Subsonica, e il rapper Sfera Ebbasta. Alessandro Cattelan, per il nono anno consecutivo alla guida del programma, da questa stagione entra a far parte della squadra degli autori come creative producer dello show.
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“Lo so, avevo detto che ero stanca. E quando l’ho detto lo pensavo, ma questo programma mi crea tempesta emotiva tanto quanto gioia e voglia di fare. Alla mia età il lavoro non solamente nobilita ma motiva e… rinfresca. E chi non la vuole rinfrescatina a 78 anni?” dichiara Mara Maionchi, alla sua sesta partecipazione.
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“Qualche anno fa, quando ho sentito forte l’esigenza di cercare nuovi stimoli per progredire nel mio lavoro ho voluto cimentarmi in un’esperienza alternativa che mi ha insegnato tantissimo: la scrittura e la conduzione di un programma radiofonico – racconta Malika Ayane – Oggi mi trovo nuovamente in un importante momento di bilancio personale e scelgo con grande entusiasmo di mettermi ancora di più alla prova in questa avventura televisiva per me completamente nuova. L’idea di poter lavorare e dare qualcosa a chi sta costruendo il proprio futuro mi emoziona profondamente”.
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“A X Factor mi piacerebbe accendere i riflettori sulla musica che amo, fatta non solo di belle voci, ma anche di suoni di ricerca e di contenuti da raccontare, dedicando un’attenzione particolare agli autori e non solo ai cantanti – dice Samuel – È una sfida, una scommessa, dalla quale sento che potrò ricevere anche nuovi stimoli ed energie creative“.
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“X Factor sarà il microfono attraverso il quale vorrei raccontare chi sono veramente, non quello che gli altri dicono di me – afferma Sfera Ebbasta – Sarà il microfono che farà conoscere la trap, un genere di cui spesso si parla dicendo cose senza senso, quando il senso è solo uno: è la musica che racconta questi tempi, anche le vite di chi la critica. Di chi la sente e non la ascolta. Ecco, io come giudice, davanti ai ragazzi, anche più giovani di me, non voglio fare questo errore: voglio ascoltarli, non sentirli. E voglio dimostrare loro che se lavori e ci credi, ce la puoi fare”.