Fiorello, Jovanotti, Lorella Cuccarini, Giorgia: sono solo alcuni degli artisti che ripercorreranno insieme a Pippo Baudo le tappe principali della sua lunga e strepitosa carriera durante la serata speciale “Buon Compleanno… Pippo” voluta fortemente dalla Rai per celebrare un mito della televisione italiana.
L’evento, che andrà in onda domani 7 giugno alle ore 20:30 su Rai1, è stato presentato questa mattina durante una conferenza stampa tenutasi a viale Mazzini.
“Grazie e ancora grazie!“: ha esordito così Baudo, emozionato come Teresa De Santis, Direttore di Rai1, che sottolinea come questo sia un appuntamento molto importante per la storia di questo paese: “Domani sera sarà un momento di storia e un momento di identità. Pippo Baudo ha inventato la cultura pop, ha avuto la capacità di coniugare alto e basso, Pippo Baudo ha fatto la storia. Ci saranno tantissimi a celebrarlo e non ce ne saranno tanti altri perché non è stato possibile allargare lo spazio all’infinito. Ci saranno altre occasioni“. “Il destino di Pippo Baudo è nella sua carta d’identità. Il secondo nome di Pippo è Raimondo! Di tutto questo, ricorderò il sorriso di Pippo. E’ stato bello lavorare con lui” ha commentato Claudio Fasulo, vicedirettore di Rai1 “In Pippo, c’è tutto ciò che noi addetti ai lavori mastichiamo quotidianamente. La risposta di coloro che sono stati “inventati” da Pippo è stata importante, dalle star fino ad arrivare ai macchinisti”.
“Ho lavorato con spirito formativo nei miei confronti. Crescevo io, crescevano i miei programmi. Io studiavo e ciò che studiavo, lo mettevo nei miei programmi che sono stati tantissimi – dichiara Pippo Baudo, che dedica questo evento al Direttore d’orchestra Pippo Caruso, che con lui ha condiviso tante avventure televisive.
La conferenza stampa è stato anche un momento per fare un bilancio della sua carriera artistica fin dagli esordi, quando “andavo a cercare personaggi carini nelle sagre paesane. Allora, la tv era da fondare, l’Italia, all’epoca, era generosa nella provincia. E’ un’Italia che andrebbe rivisitata“. Ma non tutto è perduto: “Il compito principale della Rai è scovare i nuovi prodotti, gli altri possono prendere quelli già pronti ma la Rai no. La Rai è servizio pubblico, deve mischiare la cultura popolare, l’alto e il basso. Non è vero che la cultura fa paura: se si allargano i concetti, se si popolarizza la cultura, può diventare un elemento indispensabile per questo paese“.
Baudo ha chiuso la conferenza stampa rispondendo con generosità alle domande, ringraziando i giornalisti e fotografi per aver pubblicizzato il suo lavoro.
Qual è il suo programma del cuore?
Il mio programma del cuore è Novecento: in quella trasmissione siamo riusciti a coniugare cultura e spettacolo. Era un esperimento del pomeriggio di Rai3 ed è diventata una grande trasmissione. Tutti i più grandi venivano ospiti nel programma spontaneamente.
E il programma che non è riuscito a fare?
Devo essere immodesto! Tutto quello che ho voluto fare, l’ho fatto! Grazie al cielo la Rai mi ha sempre accontentato. Non ho rancori, amarezze o rimpianti. Ho solo gioie.
C’è qualcuno che l’ha delusa?
Io faccio le cose per farle, se arriva la riconoscenza è qualcosa in più. Purtroppo la riconoscenza non è nella natura dell’uomo. La riconoscenza è un brillante che ti arriva.
Cosa pensa della volgarità dilagante in tv?
In Italia oggi c’è molta tv, si accendono migliaia di canali ogni sera. La Rai ha l’obbligo istituzionale di alzare il livello e di offrire la vera televisione. La Rai deve mantenere l’orgoglio di essere la prima tv.
In questi 60 anni di carriera televisiva, secondo lei la tv cosa ha perso?
In questi anni la tv ha perso l’ingenuità, ma si può recuperare. Noi dobbiamo sempre guardare al domani, non volgendo le spalle al passato. Il vero uomo di vita prende spunto dagli insegnanti del passato per disegnare prospettive per l’avvenire. Anche l’uomo di spettacolo deve fare così.
Pensa che quello che sta facendo la Rai, in questo momento, non sia abbastanza?
La Rai sta facendo tanto per quanto riguarda la qualità ma il palinsesto va rinnovato, è un dovere. La direzione deve essere innovativa. All’inizio il programma nuovo sconvolge ma, successivamente, può coinvolgere il pubblico. Se afferri un segnale del pubblico e lo trasformi in offerta televisiva, hai fatto un programma moderno.
Tempo fa indicò Alessandro Cattelan come suo erede: è ancora di questa idea o ha individuato altri conduttori?
In effetti feci il suo nome in un’intervista. E’ un ragazzo intelligente e ha un inglese sciolto. Non so se ha l’imprinting Rai però.
Che mestiere sognava di fare da bambino?
Facevo feste all’oratorio e durante l’Università misi in scena “Aspettando Godot”. Ho sempre scritto, pensato… Ci sono stati momenti di amarezza ma li ho sempre superati. Questa bella attività che si chiama spettacolo mi ha dato la vita e la gioia.
Quali sono stati i libri che l’hanno influenzata e formata culturalmente?
Il libro più importante della mia vita è “1984” di George Orwell, ma anche le opere di Kundera. Un posto particolare nel mio cuore però ce l’ha anche tutta la letteratura italiana, soprattutto Manzoni e “I promessi sposi”, un romanzo popolare stupendo.
Per quanto riguarda la sua sfera privata, cosa le piacerebbe ricevere per il suo compleanno?
Come uomo vivo un momento di grande serenità e pace. Sono contento, mi addormento facilmente e quando un uomo dorme significa che è sereno e soddisfatto. Avendo un cervello pensante, posso essere utile per la Rai anche per l’avvenire.
Guarda l’intervento di Pippo Baudo: