Per realizzare un buon programma televisivo servono idee, autori e registi, ma anche produttori entusiasti e determinati. E’ sicuramente questo il caso di Michele Romano della SevenMore, uno dei produttori che nell’attuale panorama televisivo si sta ritagliando un posto sempre più importante.
Zoom Magazine lo ha incontrato a pochi giorni dal debutto della nuova trasmissione di Rai2 sul mondo del lavoro prodotta in convenzione con Assosomm: “Il nostro capitale umano” – al via da sabato 22 giugno alle ore 10:15 – vede al timone la conduttrice Metis Di Meo (LEGGI ANCHE: Rai2, al via “Il nostro capitale umano”: viaggio nell’Italia che trova lavoro).
Come nasce la tua carriera da produttore?
È sempre stata la mia indole quella di mettere insieme idee e persone. Da ragazzo organizzavo eventi: mettevo insieme tutto il necessario per realizzarle, affrontando ogni difficoltà con determinazione e mi piaceva fare squadra. Mi sono trasferito a Roma dove ho lavorato con molte produzioni televisive, cinematografiche e pubblicitarie. Mi è servito per imparare il mestiere, ma avevo il desiderio di creare una produzione mia, così forte dell’esperienza accumulata, 6 anni fa mi sono trasferito a Milano. Ho aperto la mia società SevenMore, con la quale ho iniziato a produrre spot pubblicitari e da lì è nato tutto. Questo è quello che volevo fare fin da piccolo, perché ho sempre pensato che i sogni non servono a gran cosa se non ci si dà i mezzi per realizzarli: così ho capito che il segreto era riunire intorno a me professionisti riconosciuti per realizzare le idee che consideravo vincenti.
Cosa ti spinge ad abbracciare un progetto?
Senza dubbio la sua originalità, la capacità del progetto di portare con sé nuovi linguaggi. Oggi in tv, come altrove, si pensa che tutto sia stato già fatto: secondo me, al contrario, non è così e scelgo i progetti solo se riescono ad emozionarmi e stupirmi anche nei piccoli dettagli.
Qual è stato il momento in cui hai capito che avevi intrapreso la strada giusta?
Ho capito che questo lavoro era quello giusto per me perché nonostante il grande impegno e la concentrazione che richiede e nonostante sia un lavoro totalizzante che impatta anche sull’ambito della sfera privata, non ne ho mai sentito il peso.
E la pacca sulla spalla che ricordi con più piacere?
Ogni pacca sulla spalla che ho ricevuto mi ha gratificato molto. Ovviamente ricevere un consenso è sempre rassicurante, specie quando riguarda la scelta di un progetto. Se ne devo scegliere una tra tutte, sicuramente quella di Metis Di Meo perché é arrivata nel momento in cui ne avevo proprio bisogno e questo mi ha fatto capire che una persona piena di creatività e passione come lei credeva in me. Ho trovato una macchina da guerra che come me ha voglia di dare alla luce nuovi programmi di valore e qualità.
C’è un sassolino nella scarpa che ti piacerebbe togliere?
Non ho molti sassolini nella scarpa perché per ogni problema ho sempre trovato una soluzione o, quantomeno, ho sempre affrontato tutto in modo da non portarmi dietro nulla. E’ come se, al posto delle scarpe, abbia sempre preferito calzare dei sandali…
Più che un sassolino, penso a chi ha creduto che la correttezza, la determinazione e la passione non bastassero per farmi uscire fuori dal mio paese, in Campania, andare a Roma ad imparare un mestiere e poi trasferirmi a Milano per aprire una mia società.
Tra i tanti personaggi con cui hai collaborato chi ti ha colpito di più?
Piero Chiambretti e Alessandro Di Sarno mi hanno insegnato tantissimo e sono stati per me fonte di grande ispirazione. Ciò che mi ha colpito più di tutto è l’attenzione al dettaglio e la capacità che hanno di lavorare ore ed ore fino ad arrivare a quello che considerano avvicinarsi alla perfezione, non accontentandosi mai.
A quali progetti ti stai dedicando?
Ora, finito Il nostro capitale umano abbiamo già pronte due nuove produzioni… ma c’è tempo per svelare questi nuovi format!