“Gelateria” è la pellicola d’esordio dei registi Christian Serritiello e Artur Patching. Il film è citazione e viaggio nel cinema britannico dell’assurdo degli anni ’60/’70 del scorso secolo.
“Gelateria” si apre con il suggestivo panorama del freddo e grigio inverno della costiera inglese. Un uomo urla ma nessuno lo sente perché, nonostante i suoi sforzi, non riesce ad emettere nessun suono. Preludio perfetto per un film che tratta in modo decisamente speciale il tema dell’incomunicabilità stravolgendo, come appunto tipico del cinema dell’assurdo, ogni tipo di senso logico.
“Gelateria” parla di un uomo, Zbigniew, e del suo viaggio verso Zurigo dove capisce che la sua vita necessita di un cambiamento. Il suo silenzio diverrà un rumoroso percorso interiore, un pasto di cinque portate.
Dall’aperitivo al dolce, Zbigniew dovrà fare i conti con il suo passato oscuro, con le sue ossessioni artistiche e con il proprio torbido inconscio. ma niente sarà esattamente come se lo aspetta. “Gelateria” ci mostra infatti un uomo perso in un mondo borghese, bohémien, strane e pericolose performance artistiche, esseri capaci di comunicare con gli uccelli.
“Gelateria”, girato tra Germania, Inghilterra e Polonia, vanta un cast di attori internazionale. E’ stato presentato in anteprima mondiale al Kinolikbez International Film Festival di San Pietroburgo a luglio 2019, vincendo il premio come “Miglior film del festival”.
“Gelateria” può vantare anche la presenza nella selezione ufficiale del 73 ° Festival del cinema di Salerno. Il film sarà anche in concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Genova, che si terrà ad ottobre 2020.
“Gelateria” è un film decisamente coraggioso, che mescola il complicato mondo della psicologia umana a quello di un cinema, quello britannico dell’assurdo, che è già di per sé difficile da comprendere. Quando però dietro una scelta così c’è il saper far cinema e la consapevolezza di quello che si fa, tutto improvvisamente torna.
“Gelateria” incanta per un’ora e lascia quel riso misto a orrore, paura e confusione che è la meraviglia di quel cinema lì, quello delle poche ma giuste parole, condite da quei grotteschi sguardi dipinti.