I Jalisse sono prima di tutto una bella famiglia, vero cardine del loro sodalizio nella vita privata e sul palco. Incontrarli è sempre piacevole per la capacità che hanno di mostrarsi esattamente come sono, senza trucchi o inganni. Alessandra e Fabio sono andati contro ogni legge non scritta dello spettacolo con quasi trent’anni di carriera condivisa e vent’anni di matrimonio. La loro complicità è invidiabile, sanno essere ironici, prendendosi reciprocamente in giro senza smettere, però, di guardarsi con tenerezza. Ci hanno abituati a vederli a teatro, in televisione e in impegnativi tour che lasciano sempre il segno. Amano il proprio lavoro e a ogni tappa si possono trovare a bere un caffè con la gente del posto nel bar della piazza, come turisti qualunque.
In questo momento di distanziamento sociale, hanno comunque escogitato un modo per rimanere in contatto, non solo con il loro pubblico, ma con chiunque abbia voglia di “bussare” alla loro porta. Ogni sera sono in diretta da “Casa e bottega Jalisse” sulla loro pagina ufficiale, con tantissimi ospiti e divertenti improvvisate.
Oggi siamo andati, virtualmente, a trovarli.
In questo “tempo sospeso”, avete deciso di pubblicare un nuovo singolo. Cosa vi ha convinti a farlo?
Il 17 aprile, nonostante tutto, è uscito il singolo “Non aver paura di chiamarlo Amore”. Un brano che abbiamo scritto a quattro mani, al quale siamo molto legati e dove il coraggio di amare è il vero protagonista; in questo momento così buio, l’amore può essere l’unica vera forza, per questa ragione abbiamo pensato che fosse comunque il momento di pubblicarla. Una canzone speciale per la quale abbiamo voluto con noi i TeodasiA, una metal band veneta composta da tre musicisti molto bravi con i quali è nata da subito un ottima intesa, superando di molto le aspettative di tutti noi. Un esperimento ‘metal pop’ inedito nel panorama musicale italiano, che ci ha dato un’energia incredibile e che potrebbe condurre a nuove importanti collaborazioni.
Come vi è venuta l’idea di aprire “Casa e bottega Jalisse”?
Siamo fatti così, abbiamo bisogno di incontrare gli altri. Quando all’improvviso tutto si è fermato, eravamo impegnati a teatro col nostro spettacolo e nelle prove di un musical che avrebbe dovuto debuttare a giorni. Dovevamo girare il video del singolo e progettavamo le date di OraTour2020, ma neanche il lockdown ha potuto fermare Fabio, che pensa e lavora anche di notte! L’idea di fare una diretta è cominciata quasi per gioco, un esperimento che si è trasformato in qualcosa che neppure lontanamente avevamo previsto: ora i numeri sono davvero importanti con 21500 interazioni e più di 30000 visualizzazioni. Un effetto domino che coinvolge persone dello spettacolo, amici, politici ma anche persone comuni che vengono a trovarci raccontando la propria storia. Il bello della diretta è che succedono cose anche divertenti, impreviste con gag che se avessimo dovuto pensarle non sarebbero riuscite così bene!
“Fiumi di parole” hanno continuato a “scorrere” da quella vittoria sanremese del 1997, fino ad oggi?
“Fiumi di parole” ci ha accompagnato sempre, diventando il life motive della nostra carriera. L’abbiamo riarrangiata in questi giorni per l’Eurovision Home Concert, dove abbiamo anche cantato “Gente di mare”, scelta dal pubblico. Una bella esperienza che abbiamo condiviso con tanti artisti che ci ha emozionato tantissimo.
Siete stati tra i primi ad aderire a iniziative sociali, Fabio vuoi ricordarne qualcuna?
Abbiamo partecipato al progetto #iosuonodacasa, per la raccolta fondi dell’ospedale Niguarda di Milano, alla canzone #andràtuttobene di Davide De Marinis per l’Ospedale di Formia. Poi abbiamo voluto fare qualcosa per Oderzo, in Veneto, dove viviamo. Il primo maggio uscirà il video, girato il 25 aprile, dove Alessandra canterà l’inno di Mameli, riadattato, con il contributo di tanti lavoratori di Oderzo che ci hanno messo la faccia, a partire dal sindaco, dal panettiere dagli operatori sanitari, la protezione civile, tutti insieme per gridare a gran voce #Oderzoèpronta, #Oderzochevive. Un piccolo contributo a questo paese che, come tutto il Veneto, ha pagato un prezzo altissimo, ma ha saputo rialzarsi ed è pronta, stretta in un abbraccio collettivo, a ripartire per tornare a vivere.
Cosa vi lascerà questa difficile primavera?
Una nuova consapevolezza di quanto siano importanti la famiglia e gli affetti. Di come tutti, nessuno escluso, possa essere fragile; anche gli artisti, mostrandosi nelle loro case, senza trucco, hanno lasciato intravedere la loro fragilità, le loro paure. Questo è un bene, può e deve farci diventare migliori. Nessuno di noi potrà ricominciare magicamente da dove tutto si è fermato, ma sarà importante trovare nuove modalità, nuovi equilibri. Anche la musica dovrà reinventarsi e noi con lei. Vi aspettiamo a “Casa e bottega Jalisse”!
Guarda “Non aver paura di chiamarlo amore” dei Jalisse: