Con il suo nuovo disco “Uno” Nicoletta Filella torna idealmente a casa: dopo aver esplorato la World Music, da quella balcanica, allo swing passando per il jazz che hanno influenzato i precedenti album, oggi fa ritorno all’origine, la musica classica che per l’occasione veste abiti contemporanei arricchiti delle esperienze fatte. Una nuova maturità artistica che la rende unica nel suo genere personale e creativo, tutto da scoprire. Pianista classica, compositrice e cantautrice, Nicoletta Filella quando è sul palco dimostra una grinta e una forza espressiva non comune.
Che cosa immagini per il tuo futuro?
Ho tantissima voglia di vedere “Uno” proseguire il suo cammino con un bel video, potendolo suonare in giro. Attualmente mi trovo in Calabria, dove affondano le mie radici nel paese di origine di mio papà e mi piace che mi si chieda di questo disco, questo mi rende felice. Devo ammettere che al Sud la mia musica è molto apprezzata e ricevo sempre un bell’abbraccio da questa terra. Mi sto gustando la realizzazione di “Uno” per il quale ho lavorato a lungo, in un ideale ricerca della strada verso casa, l’album della maturità.
Quanto è stata importante la tua famiglia in questo percorso che ti ha portata al successo?
La mia famiglia è stata ed è tuttora fondamentale. Hanno sempre creduto in me, lasciandomi libera di diventare la donna che sono. I miei nonni sono stati importantissimi e così mio papà e mia mamma che amorevolmente mi hanno supportata e sostenuta con amore. C’è un’altra persona che devo ringraziare: me stessa. Ho sempre creduto in me e nei miei sogni. Ho studiato tanto e lavorato affinché si potessero realizzare. Non ci si improvvisa, è necessario avere predisposizione e talento ma senza impegno, proprio come un atleta, si rischia di sciupare un dono prezioso.
Prima di “Uno” hai saputo sperimentare la cosiddetta Word Music spaziando dalla musica balcanica allo swing, dal jazz al rock. Una sorta di viaggio, verso quale meta?
La prima ispirazione è sempre la musica classica. Poi con la curiosità che ognuno di noi ha sperimentato, ho avuto voglia di viaggiare nella musica. Un’avventura in cui mi sono messa alla prova con sperimentazioni e contaminazione che mi hanno fatta crescere. Oggi con questo disco che sancisce una nuova maturità artistica, idealmente, faccio ritorno a casa. Il viaggio è sempre verso “casa”, dove è nato tutto: la musica classica che vestita di contemporaneità incontra e spazia nei diversi generi, con uno stile che mi appartiene.
Che cosa provi un attimo prima di cominciare a suonare?
Un attimo prima, vado in ansia da prestazione perché so che chiederò a me stessa la perfezione. Dopo, non appena poso le mani sul pianoforte, divento una belva. Divento la Nicoletta che mi piace e spacco. Ogni volta è una scarica di adrenalina pazzesca che mi fa provare sensazioni uniche e primordiali. In questi momenti so per certo che sono nata per questo e che posso essere felice solo così.
Bella, romantica, aggressiva, femme fatale… Nicoletta chi sei?
Sono così, imprevedibile. Esattamente come la mia musica, amo le sterzate improvvise, i cambi d’abito, che possono essere romantici o dark. Sono in continuo divenire con la mia musica, amante dell’avventura e dell’arte. Bach è il mio migliore amico, oltre che il nome del mio cucciolo di bassotto, ma allo stesso tempo amo Debussy e il jazz. In me ci sono radici che affondano nella campagna di Tortona, in Piemonte e in Calabria dove è nato mio padre col mare e la salsedine. In ogni casa ho un pianoforte e la casa rimane il posto ideale per comporre. Sono semplicemente Nicoletta Filella, fiera del nome che è stato scelto per me…
(photo credit Dorothy Bhawl – grafica Bruce Stevens)