Magari l’avete notata nello spot “Aperol”, mentre insegna a preparare un ‘proper spritz’. Anche perché sarebbe praticamente impossibile non farlo. Helena Antonio, sorriso dolcissimo, occhi magnetici e lunghi capelli morbidi e scuri, è una delle più interessanti attrici emergenti del momento.
Sangue italo-spagnolo ma di adozione britannica, Helena ha studiato ‘acting’ a Madrid con Macarena Pombo e successivamente con John Strasberg (Actors Studio). La sua grande versatilità e il suo essere bilingue – parla correttamente spagnolo e inglese – le hanno permesso di spaziare tra teatro, cinema e diversi cortometraggi: per la sua interpretazione in “Arrivederci Rosa” è stata nominata due volte come “Miglior attrice” (USA e UK).
Per l’attrice il 2018 sarà un anno di grandi soddisfazioni professionali: oltre a recitare in “Action Team”, una nuova serie tv inglese diretta da James De Frond, sarà la protagonista dell’horror “Sunburn”, film di Anthony Alleyne in uscita prossimamente al cinema.
Helena è pronta per conquistare il palcoscenico internazionale.
Nel film “Sunburn”, presto nelle sale, interpreti la spagnola Lucia. Che cosa ti ha affascinata di questo personaggio misterioso?
Sicuramente il fatto che abbia “qualcosa di non detto”, un segreto che non si può ancora venire a sapere, e che anche per lei sembra difficile da mantenere. E poi il fatto che, nonostante questo lato oscuro, sia estremamente umana, capace di fare qualsiasi cosa per le persone a cui tiene.
Che rapporto avevi con gli ‘horror movie’ prima di interpretare questo film?
Quando ero ragazzina collezionavo film horror, i fumetti di Dylan Dog, leggevo Stephen King e altri autori di questo genere. La prima volta che ho visto “IT” ero terrorizzata ma non potevo smettere di guardarlo. L’horror è un genere che mi è sempre piaciuto, soprattutto quello più psicologico. Forse è un modo per esorcizzare le paure, per esplorare il lato più oscuro dell’essere umano. Mi affascina da sempre. Prima di “Sunburn” ho girato altri cortometraggi di genere… e altre storie ‘dark’ arriveranno.
C’è stata una scena da interpretare che ti ha creato problemi?
Problemi veri e proprio non ce ne sono stati, abbiamo fatto prove per mesi e sapevo tutto quello che avrei girato. All’inizio ero molto metodica, sempre col copione in mano. Ad un certo punto ho iniziato a cambiare, ad essere estremamente elastica, cambiando le battute in corso d’opera, senza pensare troppo.
Pur avendo una formazione e un percorso professionale cosmopolita e vivendo all’estero, quanto ti senti italiana per gusti, scelte e filosofia di vita?
Molto! Mi piace unire le esperienze accumulate all’estero (formazione, stile di vita, ecc.) con le mie radici. Preferisco sicuramente la cucina italiana (ride n.d.r.) e sono piuttosto estroversa e calorosa come persona. Ho origini spagnole e ho vissuto parecchi anni in Spagna, quindi sono piuttosto latina! Degli inglesi mi piace un sacco l’enorme precisione, l’efficienza e la puntualità, caratteristiche che cerco di adottare nel mio stile di vita.
Con chi ti piacerebbe lavorare in Italia e quali personaggi vorresti interpretare?
Ho davvero un grande desiderio di preparare copioni in italiano. Ho una lista di personaggi molto lunga, ma se dovessi scegliere mi attraggono personaggi intensi, anche un po’ estremi, positivi o meno positivi. Mi piacciono tantissimo i personaggi creati da Matteo Garrone per “Tale of tales” (Il Racconto dei Racconti n.d.r.) e i personaggi delle storie di Paolo Sorrentino. E amo da sempre le storie intense con relazioni forti come quella di “Veloce come Il vento” di Matteo Rovere. Ecco, mi piacerebbe davvero tantissimo lavorare con questi registi.
Quanto pensi conti il talento e quanto la fortuna nel tuo mestiere?
“La fortuna è quando il talento incontra l’occasione.” Il talento è importante e ha una base innata, ma va nutrito con continuo allenamento, studio e preparazione. E poi é essenziale trovarsi al momento giusto con la persona giusta, che vuole proprio te.
Negli ultimi mesi il mondo dello spettacolo, e del cinema in particolare, è stato travolto dallo scandalo molestie. Cosa ne pensi?
Credo che ognuno sia responsabile delle proprie azioni. L’abuso di potere è condannabile, ma purtroppo non esiste solo nel mondo dello spettacolo. La scelta finale sta sempre a noi, siamo esseri senzienti, possiamo dire ‘sì’ oppure ‘no’, accettando qualsiasi conseguenza. E, soprattutto, restando coerenti.
Ti è capitato di avere delle proposte indecenti?
Nel mio percorso professionale ho incontrato persone belle e meno belle. Tantissimi professionisti che non si sono mai lontanamente sognati di fare proposte equivoche. E poi, certo, qualcuno che è andato oltre (senza arrivare a episodi estremi) c’è stato. Non mi arrabbio, mi fa quasi ridere, dico di no e vado avanti, senza perdere tempo.
Nella tua bio su Instagram scrivi “I tell stories through my eyes”. Quali sono le storie che ti piace raccontare di più?
Quella è una frase in cui mi riconosco molto, mi rappresenta al 100%. Mi piacciono le storie “visive” in cui non sono per forza essenziali lunghi dialoghi per capire di cosa si parla. Mi hanno sempre detto che le emozioni mi si leggono molto chiare in faccia. Parlando del mio lavoro, mi piace che le emozioni che non riesco a trattenere si trasformino in storie… d’amore sicuramente. E poi di riscatto, di forza, mi piace raccontare le fragilità e i conflitti interiori dell’essere umano.
“C’era una volta Helena Antonio… “, continua tu.
C’era una volta Helena Antonio, una ragazzina timida e insicura che si rifugiava nel suo mondo, fatto di film, libri e fumetti, e difficilmente lasciava che qualcuno ci entrasse. Adesso quella ragazzina è cresciuta, si sente forte e sicura e vuole raccontare a tutti quanti le storie che ha dentro.
di Sacha Lunatici