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CULTURA

Mauro Mazza: “A Francoforte 2024 un confronto aperto, non solo i monologhi di Saviano e Scurati”

«Non solo Scurati e Saviano, ma un programma ricco di incontri e confronti». Con queste parole, Mauro Mazza, Commissario straordinario del Governo per la Fiera del Libro di Francoforte 2024, ha commentato l’importante ruolo dell’Italia come Ospite d’Onore alla Buchmesse, durante un intervento a “Calibro 8”, trasmissione condotta da Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus e in radiovisione su Cusano Italia TV (canale 122 del digitale terrestre). «Stiamo tentando di dare una buona prova di noi stessi, forse migliori di quanto siamo realmente, ma questo è il bello dell’Italia» ha esordito Mazza, aggiungendo: «Noi siamo un po’ caotici, ma a volte questa ricerca del perfezionismo da parte tedesca si rovescia nel suo contrario; quindi, ci si perde a cercare un salone o un luogo di un incontro».

Borgonovo ha chiesto del programma ufficiale, tra mostre, dibattiti e l’enorme attenzione mediatica, e Mazza ha chiarito: «La nostra bella piazza italiana a Francoforte, creata con l’architetto Stefano Boeri, è oggetto di visita da parte di delegazioni anche straniere: vengono apposta per il padiglione e poi con l’occasione visitano anche gli altri spazi. Ci sono mostre d’arte, la Treccani che è proiettata verso il futuro 3D, Gorizia capitale della cultura 2025 e tanti incontri, tanti dibattiti. Solo guardandola dall’interno si comprendono le dimensioni della città del libro che teniamo viva per una settimana. Dall’Italia, stando ai riscontri di stampa che ci arrivano, si racconta un’altra realtà, come se al di fuori di alcuni monologhi di un paio di autori  – fuori da ogni allusione, Antonio Scurati e Roberto Saviano –  ci fosse poco. Nel programma ufficiale che abbiamo faticosamente costruito abbiamo tanti luoghi di dibattito, e dibattito significa confronto con persone che la pensano diversamente da noi. Altrimenti – appunto – ci sono soltanto monologhi e si sentono sempre le stesse voci».

Il tema dell’egemonia culturale è emerso durante la conversazione, con Borgonovo che ha chiesto se la Fiera possa essere vista come uno spazio per affermare un’egemonia culturale italiana. Mazza ha risposto: «Il nostro obiettivo non è imporre un’egemonia, ma offrire una vetrina all’Italia. È l’unica cosa giusta che un governo liberale può fare. La nostra presenza qui mostra un’Italia libera, dove ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, come ha sottolineato anche Carlo Rovelli, che ha ribadito che l’Italia è un Paese in cui il pluralismo è vivo e dove il passato non deve oscurare il presente».

Sulla scelta dello scienziato Rovelli come speaker, Mazza ha chiarito il suo intento di garantire continuità dopo le polemiche del passato: «Appena nominato commissario, il mio primo pensiero è stato chiamare Rovelli. Volevo che ci fosse quella continuità che si era interrotta. Un interlocutore come Rovelli deve rappresentare l’Italia, qualunque cosa voglia dire, e ha avuto la libertà di farlo».

Infine, sull’importanza della Buchmesse, Mazza ha evidenziato che la Fiera del Libro di Francoforte è un evento principalmente dedicato agli editori e alla promozione dei libri italiani all’estero: «L’impatto di Francoforte ha già prodotto centinaia di traduzioni dei nostri libri, ma la misurazione del successo della nostra presenza si vedrà nei mesi e negli anni a venire. Noi stiamo facendo del nostro meglio, ma tocca poi agli autori e agli editori vendersi bene».

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