Durante l’intervista a “WALDEN, la terra della libertà”, programma condotto da Francesco Borgonovo, il ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha risposto alle polemiche sollevate dai medici in merito alla responsabilità di segnalare i casi sospetti di maternità surrogata.
“Definire i medici ‘spie’ è una semplificazione inaccettabile”, ha affermato il ministro. “La legge italiana impone a tutti i pubblici ufficiali, compresi i medici, il dovere di segnalare ogni notizia di reato, garantendo comunque la tutela della relazione di cura.” La Ministra ha sottolineato che il compito di denuncia non è una novità, e che questa responsabilità riguarda anche altri crimini, come la violenza domestica o i maltrattamenti sui minori.
In merito a uno stigma sociale verso i bambini nati tramite GPA, Roccella ha dichiarato: “In Italia non esiste alcuno stigma sociale per i bambini nati da surrogata; anzi, spesso la stampa celebra i genitori che scelgono questa strada. Questa legge è rivolta solo ai cittadini italiani e serve a rafforzare un divieto già esistente anche per i casi all’estero.”
Il ministro ha poi spiegato che la stepchild adoption è ormai una realtà consolidata in Italia grazie a diverse sentenze, pur non essendo stata formalmente introdotta dal Parlamento: “Non comprendo perché oggi si chieda la registrazione automatica di genitorialità ottenute all’estero, un passo che legittimerebbe la GPA oltre confine.” L’obiettivo della legge, ha ribadito, è impedire che la maternità surrogata venga aggirata con pratiche estere, mantenendo il rispetto per la dignità della persona.
L’intervista completa andrà in onda questa sera alle ore 21 su Cusano News 7 (canale 234).