Nato da un’idea del duo comico Tirocchi-Paniconi, “Morta zia, la casa è mia” è uno spettacolo diretto da Marco Simeoli, in scena al Teatro de’ Servi di Roma fino al prossimo 25 novembre.
Parodia ricca di humor nero e gag esilaranti, “Morta zia, la casa è mia” esorcizza la morte con una vena comica dilagante. Daniele Derogatis, Valeria Monetti, Maurizio Paniconi ed Alessandro Tirocchi interpretano il ruolo di quattro giovani nipoti alle prese con i problemi generazionali: pochi soldi, lavoro precario e un futuro incerto. La morte della zia, unica parente loro rimasta, sembra quasi una “fortuna”. Chissà se la povera vecchina ha lasciato qualcosa ai suoi “sfortunati” nipoti…
Quelle quattro mura fiorate ricche di vecchi quadri, saranno il luogo dove i quattro fratelli, divisi da tempo, si ritroveranno. La casa della zia diventerà il luogo dove piangere la sua morte, o forse dove trovare un modo per risolvere i propri problemi una volta per tutte.
C’è chi ha aperto un attività ma non ha saputo gestirla. Chi pensa che i social siano un lavoro, chi ha perso il posto o chi non l’ha mai trovato. Sembra che le vite di questi quattro fratelli siano lo specchio perfetto della generazione in crisi del nostro ventennio. “Morta zia, la casa è mia” non vuole soltanto rendere più leggera la paura della morte ma anche quella della vita.
La commedia nera, quando è fatta a regola d’arte, non lascia scampo a nessuno. Marco Simeoli ha sintonizzato perfettamente i tempi della comicità con quelli dell’eleganza teatrale.
“Morta zia, la casa è mia” non è il solito teatro cinico dell’humor nero. E’ molto di più. Tra un cambio d’abito, un ballo improvvisato e un’alternanza di toni la commedia si fa sinfonia e tutto suona a meraviglia. La risata è vera, viscerale, commovente.
“Morta zia, la casa è mia” è la bravura di chi sa fare teatro. E’ l’idea semplice che basta per costruire un meraviglioso frammento di intrattenimento puro.
“Se c’è qualcosa che nella vita ci terrorizza e ci paralizza è la morte, anche il solo pensarla – ha commentato Marco Simeoli, che cura la regia dello spettacolo – L’unico modo che abbiamo per difenderci da essa è esorcizzarla, armandoci di cinismo e di autoironia capaci di sbeffeggiarla, irriderla e disarmarla. In “Morta zia, la casa è mia” il divertimento che ruota intorno al “fattaccio” grazie ai quattro improbabili e disamorati nipoti, è accompagnato dalle loro problematiche familiari, dal loro disagio giovanile e, cosa molto comune ai giorni d’oggi, dalla speranza di un lascito, di un’eredità o di una vincita al gratta e vinci capaci di risollevare le sorti di un ormai perenne precarietà generazionale”.