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Kinky Boots, Marco Stabile: "Essere se stessi è la sfida più grande"
INTERVISTE TEATRO

Kinky Boots, Marco Stabile: “Essere se stessi è la sfida più grande”

Kinky Boots, tra i musical più apprezzati di Broadway e del West End di Londra, ha conquistato anche il Belpaese.
Il musical, basato sull’omonimo film di Julian Jarrold del 2005, racconta la storia di Charlie Price che, per risollevare le sorti dell’azienda ereditata dal padre, deve trovare un’idea straordinaria: la soluzione arriverà assistendo allo spettacolo di Lola, una drag queen che, per esigenze sceniche, ha bisogno di nuovi stivali, forti e robusti…

La versione italiana dello spettacolo, diretto da Claudio Insegno, sarà in scena al Teatro Nuovo di Milano fino al prossimo 6 gennaio.

Kinky Boots
Le musiche e le liriche di Kinky Boots sono di Cyndi Lauper mentre il libretto è firmato da Harvey Fierstein.

Ad interpretare il ruolo dell’intraprendente Charlie Marco Stabile, uno dei più apprezzati giovani attori del panorama italiano.

Kinky Boots sta ottenendo un grande riscontro di critica e pubblico. Cosa rappresenta per te questo spettacolo?

Sono davvero felice perché lo spettacolo ha incontrato il consenso di pubblico e critica. Per me Kinky Boots rappresenta l’opportunità di mostrare i miei talenti e le mie capacità: essere Charlie Price significa recitare per due ore e mezza di spettacolo e cantare tutte le sere 7 brani. Amo la storia ed è stato un vero piacere essere diretto da Claudio Insegno: devo solo ringraziarlo.

Kinky Boots marco stabileC’è una caratteristica di Charlie, il personaggio che interpreti, che apprezzi?

Ammiro la sua innocenza, il suo essere sempre un passo indietro, la capacità di lavorare e sorridere del successo e della fortuna di chi ha più carattere di lui. La sua indecisione la trovo così democratica! Penso che tutti prima o poi dovremo affrontare una rivoluzione come quella che accade a lui. A me è successo, in modo ovviamente diverso, ma c’è quel momento in cui pensi che devi buttarti senza paracadute e in qualche modo rischiare di perdere tutto per ottenere quello che non hai mai ottenuto. Apprezzo, inoltre, il fatto che riesca a cambiare idea mettendosi in discussione: se in un primo momento non comprende fino in fondo le scelte di Lola di essere una Drag Queen alla fine capisce che proprio quell’essere umano così variopinto è davvero il suo migliore amico, oltre ad essere un uomo davvero speciale.

Qual è, secondo te, il momento più emozionante dello spettacolo?

Personalmente trovo che sia emozionante il numero in cui Charlie e Lola incontrano la propria infanzia. Durante My Father’s son c’è un vero e proprio confronto tra questi due ragazzi che ammettono di non essere il figlio ideale per il proprio genitore. Cantare tutto questo guardando Charlie bambino che si relazione al padre è molto emozionante.
Inoltre c’è un momento nel secondo tempo, quando Charlie, in piena crisi, perde praticamente tutto: il brano Soul of a man, cantato in italiano, è diventato una vera dichiarazione di indipendenza dalla figura del padre. In questo momento dello show devo dosare l’emozione: se si piange non si canta! Non ti nascondo che ho dovuto aggiustare il tiro nel corso delle repliche, per avere la giusta verità e un’esecuzione impeccabile. Cerco sempre di perdermi realmente nelle storie che racconto. Credo che sia un dovere verso il pubblico che ci ascolta.

Kinky Boots è un musical divertente e frizzante che porta con sé anche messaggi importanti

Kinky Boots esalta l’unicità dell’essere umano. Nel numero finale cantiamo al pubblico: “Se tu brillerai io risplenderò… tu con dignità celebra te stesso e poi vedrai, tu sei chi vuoi, tu sei unico!”. Forse in questo passaggio è racchiuso tutto il senso di Kinky Boots. Le persone fanno fatica ad offrire la versione integrale di stessi. Eppure è così speciale incontrare esseri umani risolti, consapevoli, in pace con se stessi e anche con la propria bellissima follia e questo al di là di qualsiasi definizione o categoria. Charlie è davvero il ragazzo della porta accanto ma non sa chi è e non accetta chi vuole essere. Rischiare di essere se stessi è davvero la sfida di tutti.

Kinky Boots
L’arrivo di Kinky Boots a Milano è stato anticipato da un flash mob. Qual è stata la reazione dei passanti?

Milano è la città del teatro a mio avviso. Il pubblico è informato, critico e partecipe. Il flash mob a cui ho partecipato si è tenuto nel giorno della conferenza stampa: in poco tempo la piazza era stracolma di passanti fermi ad immortalare sui social la nostra esibizione. Milano è decisamente Kinky!

Quando hai capito che il palcoscenico sarebbe stato il tuo futuro?

Sembra una risposta scontata ma davvero da bambino quando mi chiedevano “Cosa vuoi fare da grande?” io rispondevo “L’attore!”. Ti racconto un aneddoto. Era estate, avevo meno di 6 anni e nel paesino di mia nonna c’era il concerto di un cantante. A volte capitava che i bambini li facessero sedere sul palco. Non si erano accorti che mi avevano fatto sedere proprio davanti alla macchina del fumo. Durante il concerto all’improvviso venni investito da una nuvola di fumo, sentivo i miei preoccupati, temevano mi fossi spaventato. Dietro la nuvola c’ero io che ridevo e dicevo: ancora!

Tanto teatro. Sogni anche il grande schermo?

Viva il teatro che mi ha riempito la vita ma sogno di tornare a lavorare in TV e, perché no, anche al cinema. Sto lavorando come un matto per raggiungere i miei obiettivi perché questo è davvero il lavoro più bello del mondo.

Altri progetti futuri? Puoi anticiparci qualcosa?

Intanto posso dirti che torneró a Milano da protagonista con Una serata con Will&Grace, uno spettacolo di prosa interamente ispirato alla famosa sit-com in cui interpreto Will. E poi ho diversi progetti in ballo: uno che mi vede come autore musicale e un altro che mi porterà di nuovo fuori dall’Italia.
Che dici ci aggiorniamo alla prossima intervista?

(photo credit Chloé Car)