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Affittasi vita
CINEMA FESTIVAL e RASSEGNE

Festival del Cinema Patologico: vince “Affittasi vita” con Varrese e Melis

Grande soddisfazione per Massimiliano Varrese e Valentina Melis, i due protagonisti del film “Affittasi Vita“, premiato per la sceneggiatura e come miglior lungometraggio al Festival del Cinema Patologico, riorganizzato in versione web a causa dell’emergenza Coronavirus.

Una gioia immensa per il regista, Stefano Usardi, per tutta la produzione, ma anche e soprattutto per Massimiliano Varrese e Valentina Melis, una coppia di attori straordinari, uniti in questo caso nel lavoro, e uniti anche nella vita.

La giuria del Festival del Cinema Patologico era composta dagli attori diversamente abili della Compagnia Stabile del Teatro Patologico e dagli allievi del primo Corso Universitario di “Teatro Integrato dell’Emozione”, ideato e realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Sono state visionate pellicole provenienti da tutto il mondo, in lizza per l’Italia c’erano solo due film, uno dei quali, appunto, “Affittasi Vita”.

Devo dire che in periodo come questo, in cui la quarantena ha distolto la mia attenzione da quello che è il mio mestiere – ha raccontato emozionato Massimiliano Varrese – è stata una grande notizia ma anche e soprattutto una grande soddisfazione personale. Grazie al regista che mi ha concesso la totale facoltà di improvvisare quasi tutto il film. E io ho potuto sperimentare il mio personale metodo del training olistico totale. Poi altra grande soddisfazione è quella di aver recitato  per la prima insieme a Valentina. Un’esperienza incredibile”

Affittasi vita

“Affittasi vita” racconta la storia di Michele che sta cercando di terminare un dipinto dal quale dipende il suo futuro di pittore. La compagna, non contenta di come stanno andando le cose, decide di mandarlo via di casa per dargli una scossa. Abbandonato a se stesso riuscirà a trovare un piccolo appartamento in affitto con dei vicini molto particolari. Tra di loro c’è Boban, un venditore di bare usate; Andrea, una pittrice di cui non si capisce l’identità; Rosalia, una signora che sta cercando in tutti i modi di far uscire dall’ospedale psichiatrico la figlia adottiva. Inoltre, a complicare ulteriormente le cose, tornerà, dall’ibernazione di cinque anni, il vero padre di Laura, la ragazza in ospedale. Completamente in balia delle situazioni Michele è costretto a cambiare carattere e visione del mondo.

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