Alla sua prima esperienza alla Festa del Cinema di Roma, Alessia Adornato ha assaporato il meglio di quanto un Festival di questo livello potesse offrire. A lei. E alla sua carriera di attrice.
“Appena arrivata ho respirato un’atmosfera accogliente, come se il tutto mi fosse familiare. Essere circondata da tante persone con i miei stessi sogni e obiettivi e da gente che già fa parte del mondo del cinema è stata come una boccata d’aria fresca”, dice la giovane calabrese, futuro volto di punta dell’universo della settima arte. “Ero emozionata. Non avevo mai provato il brivido di un red carpet”, confessa. “Vedere di persona e da vicino così tanti attori internazionali e scattare delle foto con loro mi ha fatto pensare che, dopotutto, questo mondo non è poi così diverso da come lo immaginavo”.
Hai assistito alla prima de “Il ragazzo dai pantaloni rosa”. Che cosa ti è piaciuto del film?
Prima di tutto è uno dei pochi che mi ha fatto emozionare sul serio: gli attori sono bravissimi, il protagonista è perfetto per il ruolo. Ed è molto lineare: ha tenuto tutte le persone in sala incollate allo schermo. Il fatto che mi abbia fatto commuovere è sicuramente legato alla storia vera a cui è ispirato il film: quella di un ragazzo così giovane che si toglie la vita perché non riesce più a sopportare il continuo bullismo dei suoi compagni. Questo ci fa capire come ci sia bisogno di una maggior sensibilizzazione, in famiglia e nelle scuole. Il lungo applauso al termine della proiezione alla madre della vittima, presente in sala, è stato veramente toccante. Non lo dimenticherò.
Se tu avessi dovuto interpretare un ruolo, in quale ti saresti identificata al meglio?
Sicuramente in quello di Sara, l’amica di Andrea. Ho la sua stessa nota ironica. Mi ci sono rivista anche nell’affetto che investe nelle amicizie.
C’è stata una polemica: una scuola del nord Italia ha dovuto annullare la proiezione di questa pellicola a causa di alcune resistenze da parte dei genitori. Che cosa sta succedendo nel nostro Paese, secondo te?
Questa notizia mi ha fatto raggelare il sangue. Come è possibile che in Italia gli adulti, che dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio, si rivelino dei ragazzini? Poi ci lamentiamo se i ragazzi non crescono bene, se sentiamo notizie su episodi di bullismo, cyberbullismo e omofobia. Quale sarà stata la loro paura? Forse, che i loro figli dal giorno seguente potessero andassero a scuola con un paio di pantaloni rosa? E allora? È un colore come tutti gli altri, basta con tutti questi costrutti sociali! Non si diventa omosessuali guardando il film di un ragazzo che indossa dei semplici pantaloni rosa. Poniamoci questa domanda: in questo caso, è stata rovinata la vita dei bulli o quella di quel povero ragazzo? Preferirei decisamente avere un figlio che indossi abiti e tacchi piuttosto che uno con la morte di un altro ragazzo sulla coscienza.
Ti abbiamo vista al fianco di James Franco. Come ti è sembrata questa star del cinema?
Ho vissuto un’emozione unica! Era seduto proprio dietro di me durante la proiezione del film e ogni tanto davo un’occhiata per assicurarmi che fosse reale. È stato molto gentile con i fan: anche se gli mettevano fretta, lui si è avvicinato alle persone che gli chiedevano una foto (tra cui la sottoscritta) con un bel sorriso. Si vede che è una persona umile e che ama quello che fa.
Il cammino di un’aspirante attrice è lastricato da una parte dalle sue buone intenzioni e, dall’altra, da quelle spesso meno valide di chi sta nell’ambiente. Che cosa ne pensi a riguardo?
Io credo che entrambi gli aspetti rappresentino una parte essenziale nella crescita di un’attrice. Si forma il carattere, piano piano si hanno idee più chiare, si comincia a notare quando c’è qualcosa che non va. Le buone intenzioni, prima o poi, danno i loro frutti. Allora, si potrà guardare all’intero percorso con orgoglio.
Il giorno in cui sarai tu protagonista di un film, che valore darai alle esperienze fatte finora?
Mi sono sempre posta questa domanda. Come mi sentirò? So per certo che sarà una delle emozioni più belle della mia vita. Le lacrime, le salite interminabili, i “no” ricevuti e i sacrifici dovuti alla lontananza dalla famiglia saranno finalmente valsi la pena. La soddisfazione più grande sarà superare me stessa: mi farà capire, anche se già lo so, che posso riuscire in tutto, a prescindere dalle difficoltà che potrò incontrare.