Il 2022 può essere considerato un anno d’oro per Andrea Garofalo. L’attore 35enne, infatti, è uno dei pochi italiani nel cast della seconda stagione della serie Netflix Barbarians. Ma non solo: Andrea ha prodotto anche un corto, Story of your life, presentato nella sezione Alice nella città nell’ambito della Festa del Cinema di Roma, ricevendo un premio ambitissimo.
Andrea, un bilancio della tua esperienza sul internazionale di Barbarians…
È stata un’esperienza incredibile. Non capita spesso di girare nella foresta polacca, in un accampamento romano ricostruito alla perfezione, e interpretare un guerriero romano.
Qual è la differenza tra partecipare ad una produzione per il grande schermo e una produzione Netflix?
A livello recitativo cambia poco ma a differenza del cinema si gira più velocemente e con più macchine da presa in contemporanea. Netflix ha dato una grande opportunità di rendere fruibili a livello internazionale prodotti che prima non potevano esser visti in tutto il mondo. Barbarians, ad esempio, è una serie tedesca parlata in tedesco mentre noi romani parlavamo in latino eppure viene vista in tutto il mondo. Prima si faceva tutto direttamente in inglese come mi è capitato di fare nella serie tv I Medici. Nonostante la difficoltà del latino, preferisco recitare nella vera lingua che veniva parlata dai personaggi
Quest’anno è stato ricco di soddisfazioni per te: ultima ma non ultima, la produzione di un corto che ha ottenuto un ottimo riscontro ad Alice nella città…
Sì, Story of your life di Salvatore De Chirico è stata la prima da produttore con la mia casa di produzione Waterclock production. È stata una produzione importante che ha visto coinvolte molte co-produzioni come la Wrong Child Production di Lino Guanciale, ElioFilm, Oudeis, Pezzilli&co e la società inglese Galileo Figarò ltd. Abbiamo avuto un ottimo riscontro ad Alice nella città e abbiamo vinto il premio Starlight International Award come miglior cortometraggio.
Quali sono le tappe del tuo percorso professionale di cui vai maggiormente fiero?
Ci sono dei momenti della mia carriera che non scorderò mai, come il giorno in cui ho avuto l’opportunità di lavorare con un grande maestro del cinema come Terrence Malick nel suo ultimo film The way of the wind che deve ancora uscire. La serie tv I Medici perché ho avuto l’occasione di recitare con Sean Bean, mio idolo essendo un grande fan del film Il signore degli anelli sin da quando ero al liceo. Vado fiero anche di un prodotto più piccolo come il cortometraggio Arianna di David Ambrosini che abbiamo presentato al Festival del cinema di Venezia nel 2017 come evento speciale dove interpretavo una giovane avvocatessa transessuale. Abbiamo girato il mondo con quel cortometraggio!
Un regista dal quale ti piacerebbe essere dirett0?
Xavier Dolan e Paolo Sorrentino
Un ruolo che ti piacerebbe interpretare ma che non ti è stato ancora proposto?
Vorrei tanto recitare in una commedia romantica il personaggio innamorato con la testa fra le nuvole, stile Hugh Grant in Notting Hill ma non ho mai fatto un provino per una commedia romantica.
Progetti all’orizzonte?
Ora sto lavorando al film Mya di Federico Moccia… non è una commedia romantica (ride, ndr): le riprese finiscono a fine novembre. A gennaio partirà un nuovo progetto internazionale ma non posso dire altro. Con la mia società Waterclock Production uscirà un breve documentario sul primo volo umanitario italiano partito da Varsavia carico di donne e bambine ucraini. Sono stato personalmente al confine ucraino due settimane dopo lo scoppio della guerra con Caritas italiana per documentare l’enorme flusso dei profughi ucraini. Infine, è in uscita un cortometraggio girato interamente nella foresta amazzonica, Las memorias perdidas de los arbores, diretto da Antonio la Camera con la supervisione artistica del regista palma d’oro, Apichatpong Weerasethakul.