La buona musica, quella composta ed interpretata dai veri talenti, non passa mai di moda e vale sempre la pena riascoltarla. E’ il caso della nuova re-release di Anthony Phillips, membro fondatore dei Genesis che, lasciato il famoso gruppo britannico di prog rock ha intrapreso una brillante carriera solista dallo stile piuttosto eclettico ed eterogeneo. Ha pubblicato, infatti, album rock, pop/rock, musica orchestrale magistralmente eseguita ed arrangiata (come nell’album ‘Seventh Heaven‘), musica acustica per chitarra (come in ‘Strings of Light‘, una delle più apprezzate produzioni nel mondo di questo tipo) e tanta library music. In ‘Missing Links I- IV’ il “maestro della 12 corde” propone parte del suo repertorio meno conosciuto, library music e pezzi originariamente scritti per la televisione o per scopi di beneficienza. Il box set comprende 4 cd, più un bonus cd per un insieme raro ed unico che non mancherà di appassionare i fan del talentuoso musicista. Una collezione da non perdere e soprattutto da regalare per il prossimo Natale!
Questa tua nuova release include 4 original cds più un bonus cd con vari inediti. C’è davvero tantissimo da ascoltare in ‘Missing Links I- IV’…
L’idea per questa re-release, arricchita da un bonus, è quella di offrire al pubblico un package di musica extra remasterizzata, quindi con un sound migliore, un nuovo artwork, tantissimi dettagli sulla storia di come avvennero le registrazioni e via dicendo. Per l’ascoltatore comune magari queste sono cose che possono avere ben poca importanza ma per chi è già un tuo fan e ti segue, immagino che possa essere molto interessante. Bisogna anche considerare che questo box set costa 4 volte un normale cd, ovviamente è un prezzo comunque ragionevole ma non potrebbe essere un prodotto rifatto e basta, riproposto esattamente com era in precedenza. Quindi suonerà meglio, come dicevo, ed avrà qualcosa in più ad arricchirlo.
Oltre ai 4 cd della serie ‘Missing Links’ c’è anche un eccellente bonus cd…
Sì, c’è anche un altro cd e questa è una cosa che non molti fanno perché non si ha mai tantissimo materiale da parte. E’ per questo che in genere si finisce per pubblicare del materiale live anche poco rifinito, oppure dei demo. Invece nel mio bonus cd molte sono proprio delle regolari track, non sono dei demo o registrazioni improponibili come qualità del sound. Sono canzoni normali che non sono state pubblicate prima per varie ragioni, di natura contrattuale o altri motivi. Alcune vedono la presenza di Joji Hirota, il mio partner nella serie tv Wildlife, e sono nel cd 3, poi ci sono anche delle extra tracks insieme a lui nel bonus cd. Spero che in sostanza appaia come un package molto differente da come era in origine.
Parliamo di questi 4 cd, uno dopo l’altro. ‘Finger Painting’ è del 1997 ma molta della musica inclusa risale anche a dieci anni prima. Quali impressioni hai personalmente nel riascoltare della musica tutto sommato abbastanza vecchia?
Probabilmente questo è il cd più grezzo, il che non è male ma comunque è quello più primitivo se così possiamo definirlo perchè un po’ del materiale proviene dai miei esordi solistici. Ci sono delle vecchie sperimentazioni con il sintetizzatore, anche qui ci sono dei pezzi realizzati per la televisione ma in un periodo in cui non avevo molta esperienza in merito. In ogni caso all’interno del cd ci sono dei pezzi piuttosto conosciuti, c ne sono in ognuno dei quattro cd, parlo di brani che la gente ricorda sempre con molto piacere e conosce bene e questa sicuramente è una cosa positiva. Come ho già detto può essere un album un po’ grezzo ma comunque ha al suo interno dei pezzi piuttosto validi.
‘The Sky Road’ ha un titolo fantastico, da dove hai preso l’ispirazione?
Mi trovavo con un mio amico nel Sud d’Irlanda, a Clifden nella contea di Galway. Siamo andati a farci una corsa su una strada così ripida che arriva in alto fino al cielo e per questo è conosciuta come ‘Sky Road’. I migliori tramonti lì avvengono in inverno con quella luce speciale che hai soltanto in quella stagione e che fa un effetto speciale, guardando il mare mentre l’aria si raffredda e senti tutto intorno una piacevole atmosfera. Così penso che la musica sia nata proprio da quel tipo di luce, nel cercare di catturare qualcosa di davvero evocativo, molto particolare come ambientazione.
‘The Sky Road’ include per lo più la tua library music e la tua musica televisiva. Quindo mostra in qualche modo l’altra parte del tuo lavoro, quella che non ha a che fare con il rock, e nella quale tu hai comunque riscosso grandissimo successo. Inoltre il cd include anche delle track da archivio. Come le hai “ripescate” tra tanto materiale?
Sono state trovate tra i vari pezzi di chitarra che forse avrebbero dovuto uscire su qualche album della serie ‘Private Parts & Pieces’, quindi in questo caso niente a che fare con la library music o con il mio lavoro per la televisione. In questo cd ci sono brani di stile differente per esempio ce n’è uno dal titolo ‘Exile’ che ha una parte quasi heavy e un tono maestoso, un po’ nella vena di Ennio Morricone, con tutto il rispetto del mondo. Non dico che sia buono come i pezzi di Morricone ma ha un’ispirazione che ricorda le sue opere ed è forse il brano più particolare di ‘The Sky Road’.
Passiamo al terzo cd, ‘Time & Tide’, una release di genere più commerciale che riguarda da vicino la tua collaborazione con Joji Hirota. Cosa ricordi di questa collaborazione?
Ho conosciuto Joji Hirota all’inizio degli anni ’80 quando ha suonato in varie occasioni le percussioni per me, ma non abbiamo lavorato insieme come compositori fino alla fine degli anni ’80, inizio degli anni ’90. E’ un percussionista molto brillante che è venuto dal Giappone negli anni ’70 e si è trasferito qui. Ha registrato delle session di library music e dei jingles in studio ed è proprio in questo contesto che io l’ho incontrato. Lui ha suonato nel mio album ‘The Invisible Man’ e in altri miei cd. Abbiamo cominciato a lavorare insieme realizzando degli album di library e poi abbiamo scritto insieme della musica su commessione. Sono stato molto fortunato ad incontrare un regista come Nick Gordon. Io e Joji abbiamo collaborato per la musica di un programma chiamato ‘Amazzones’, che poi divenne ‘Creatures of the Magic Water’ curato da lui. Nick Gordon aveva vissuto nel mezzo della giungla amazzonica, nella parte nord del Venezuela. La prima volta che l’ho incontrai non aveva un bell’aspetto e si seppe dopo che aveva contratto la malaria. L’Amazzonia è bellissima, con i suoi colori, degli animali straordinari, ma quello che non ti rendi conto è che il clima è esageratamente caldo e umido e gli occidentali non sono abituati a resistere con certe condizioni di vita. In questo cd c’è un po’ della musica scritta per quel programma poi altre per 3 o 4 programmi diretti da Nick Gordon. Quindi questo album presenta parecchia library music e molti temi della conosciutissima serie tv ‘Wildlife’. Tornando a Joji, lui non suona soltanto le percussioni ma era molto bravo a suonare anche strumenti sudamericani, non necessariamente provenienti dall’Oriente, tra i quali un particolare tipo di flauto chiamato ocarina che è molto piccolo e produce un suono molto particolare, come una voce molto acuta. Joji era anche molto bravo nel proporre delle idee melodiche così avevamo la possibilità di lavorare con dei sintetizzatori a combinazioni non troppo elettroniche con le sue percussioni che suonavano molto “terrene” e il flauto che rendeva il sound molto etereo.
Parliamo del quarto cd, ‘Pathways and Promenades’ uscito nel 2009. Molti ritengono che questo sia addirittura il migliore dei 4 cd di questo box set. Tu cosa ne dici?
Per me è molto difficile dare un parere, non posso nemmeno remotamente dire qual è il cd tra questi quattro che preferisco. Questo comunque è un album che presenta una grande collezione perchè comprende dei pezzi di library music, alcune cose commerciali ma ha anche molte tracks che sono state pubblicate in varie vecchie compilation, anche benefiche. In vari paesi qualche volta decidono di mettere della library music in cd commerciali in modo che le persone possano ascoltarli, così avevo parecchi di questi pezzi che non erano usciti in Inghilterra ma erano magari usciti in Svezia, in Francia, ma anche dei pezzi di library music che nei miei album io non avevo mai inserito. Così l’idea è stata quella di riunire questi pezzi tutti in un album unico così che la gente potesse ascoltarli. Sono tutti abbastanza forti da essere stati inseriti nel tempo in svariati cd e forse è per questo che alla gente piacciono molto. Si va dai sintetizzatori alle strings e questa varietà e questo contrasto è molto buono.
Questa nuova release farà sicuramente la gioia dei tuoi tantissimi fan ma tu pensi che in generale offra una visione sufficientemente completa della tua produzione?
No, non credo. Intanto perché si tratta prevalentemente di musica composta molti anni fa e per vari propositi, quindi è molto descrittiva e colorata ma ci sono alcuni pezzi molto brevi che sono delle istantanee legate al feeling del momento e in certi casi non molto sviluppate. Diciamo che ‘Missing Links I- IV’ è una valida panoramica della mia produzione ma di sicuro non è affatto completa.