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Bernardo Casertano: “Dopo Una scomoda eredità, mi aspetta un 2023 ricco di soddisfazioni”

Attore versatile che il pubblico del piccolo e grande schermo ha avuto il modo di apprezzare in pellicole e serie di grande successo (“Luce dei tuoi occhi”, “Rocco Chinnici – È così lieve il tuo bacio sulla fronte”), Bernardo Casertano è tra i protagonisti di “Una scomoda eredità”, la nuova commedia sentimentale del ciclo “Purché finisca bene” in onda oggi, giovedì 29 dicembre, in prima serata su Rai1.

Bernardo, cosa puoi anticiparci sul personaggio che interpreti in “Purché finisca bene: una scomoda eredità”?

Il mio ruolo è Filippo, un medico meridionale che riesce a scardinare l’armatura emotiva della protagonista, la rigida e precisa Diana – interpretata da Euridice Axen – figlia del professore che lo assume nel suo studio medico. È stato un set divertente ambientato in un’isola fantastica come Carloforte. Alla guida c’era Fabrizio Costa, regista con cui ho già lavorato, che conosco e stimo molto. Il progetto punta alla commedia all’italiana di un tempo, pur nella sua semplicità, affrontando tematiche importanti e a tratti non leggere, come la perdita di un genitore.

Una lunga gavetta: se dovessi raccontarcela nelle tappe più salienti?

Uscito dall’Accademia di Teatro Azione, sono entrato nella compagnia Dynamis Teatro di Andrea de Magistris: è stata la mia prima esperienza in una compagnia teatrale. Contemporaneamente facevo spettacoli per bambini al Teatro Vascello di Roma. In seguito, ho incontrato registi che hanno segnato il mio percorso e la mia formazione: tra questi c’è sicuramente l’Odin Teatret di Eugenio Barba, poi Giancarlo Sepe, Anton Milenin, Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco (sudcosta occidentale di Emma Dante), Danio Manfredini, Roberto Castello, Jean Paul Denizon, Roberto Latini, Francesco Villano, Ilaria Drago ed altri ancora.

Teatro e tv, due linguaggi diversi per parlare al pubblico: c’è un modo che senti più vicino e perché?

Il teatro senza dubbio. Ho iniziato da lì ed è lì che mi sento a casa. Il teatro è qualcosa che succede solo una volta, non è mai lo stesso. C’è quel momento d’arte, che dura il tempo dello spettacolo e poi sparisce, che rende tutto così unico. Diventa un privilegio esserci, sia per l’attore che per lo spettatore.

Sei stato nel cast di Diabolik: quale era il tuo ruolo? Un aneddoto accaduto sul set?

Io ero il sergente Alton, il capo delle guardie dell’ispettore Ginko, interpretato da Valerio Mastandrea. È stato un set molto divertente. Lavorare con i Manetti è stimolante perché sono visionari, è sempre tutto nuovo. Un aneddoto? Quando mia moglie ha scoperto come si chiamava il mio personaggio ha pensato fosse ironico essendo io alto 177 . 

Quali sono gli altri elementi indispensabili per un attore?

La curiosità e l’umiltà sono le doti che ho sempre ritrovato negli attori che stimo. Poi tanto studio ed una grande pazienza e tenacia.

Il 2023 sarà un anno importante per il tuo percorso professionale: cosa puoi anticiparci?

Sì, quest’anno ho tante cose in uscita. Sicuramente, la seconda stagione di “Luce dei tuoi occhi” in onda su Canale 5, sempre al fianco di Anna Valle, Giuseppe Zeno e Maria Rosa Russo, mia moglie nella serie. Quest’anno la trama sarà ancora più avvincente, vedrete. Poi è in uscita “Un’estate fa”, serie Sky diretta da Davide Marengo e Marta Savina, dove sarò un personaggio tutt’altro che integro, ma non posso dire altro… Ed infine, sarò in teatro ancora con due spettacoli di cui curo anche la regia.

(photo credit Piergiorgio Pirrone)

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