Da oggi, venerdì 2 aprile, è in rotazione radiofonica e disponibile su tutte le piattaforme digitali “I’m fading”, il nuovo singolo dei Bounce Back, duo milanese composto da Luca Lodigiani e Roberto Moretti.
“I’m Fading” – di cui è disponibile anche un videoclip – è un pezzo dalle sonorità rock alternative che parla di confusione, inganno e isolamento. Un brano che, come gli altri tre precedenti pubblicati dai Bounce Back, si caratterizza in maniera netta per mood e melodia, dando libero sfogo a testi talvolta criptici, talvolta diretti: un assaggio in attesa di ascoltare l’album di prossima uscita.
Qual è lo stato emotivo che ha guidato la composizione di “I’m fading”?
Lo stato emotivo? Siamo sinceri, a livello di testo e linea vocale Roberto aveva in mente una storia che parlasse di rinascita e toccasse quindi momenti bui e lucenti. La base creata da Luca si prestava perfettamente per confusione e disorientamento, per cui è nata la simbiosi musica/testo e la creazione dell’ambiente per il messaggio. Il nostro stato emotivo in realtà non era particolarmente down, ma abbiamo dato voce a quei tessuti emotivi più lesi da episodi passati, che tutti abbiamo avuto. Ci si concentra su stati emotivi incamerati e messi da parte e gli si dà voce.
Il brano parla di confusione e smarrimento: si potrebbero trovare delle similitudini con il periodo che stiamo attraversando. Come avete vissuto questo anno particolare?
Diciamo innanzitutto che non ci sono riferimenti al periodo: anzi, il testo è antecedente all’inizio della pandemia. Comunque, considerato quello che è successo a molte persone, l’abbiamo vissuto fortunatamente senza lutti e questo è già un grande regalo. Ci siamo sentiti schiacciati, oppressi e preoccupati, come lo siamo stati tutti… anche la nostra musica si è mossa a rilento, ma siamo tutti su una grande e immensa braca.
Come nasce la vostra collaborazione?
Nasce nel 2019, quando Roberto ha avuto l’idea della storia di rinascita e voleva realizzarla. Su un gruppo Facebook per musicisti il primo contatto, da lì in poi lo sviluppo delle idee. Luca aveva un’incredibile quantità di basi su cui lavorare perfettamente, talmente diverse tra di loro da poter associare diversi stati emotivi. Tutto a pennello diremmo…
Qual è l’obiettivo che vorreste raggiungere con la vostra musica?
Vorremmo farlo come professione, al livello che sarà, se sarà. Ci stiamo focalizzando per tirare fuori il meglio da tutto quello che concerne il progetto ma l’obiettivo è riuscire a farlo da professionisti.
I vostri brani sono tutti in inglese: come mai questa scelta?
I nostri riferimenti musicali sono anglosassoni, per cui abbiamo dentro quello. Questo ha vantaggi e svantaggi, ma senza dubbio ci viene più naturale…
Come vedete il futuro della musica dal vivo in Italia?
Tornerà tutto come prima. Cambieranno alcune abitudini quotidiane, qualche atteggiamento, ma i grandi settori continueranno come prima. Non sarà immediato ma San Siro si riempirà ancora, tranquilli…
State ultimando il vostro primo album: cosa dobbiamo aspettarci?
E’ un album di storie e spaccati emotivi. Non troverete riferimenti a oggetti o strumenti quotidiani, ma racconti senza collocazione temporale. La cosa che a noi piace, e che ci limita anche, è che un nostro testo vale sia per un broker di Manhattan che per un sumero. Sono stati emotivi, netti, secchi, senza accessori.