Dal 5 giugno è in rotazione radiofonica “Casa di vetro” (Blackcandy Produzioni), il nuovo singolo di Francesca Pizzo, in arte Cristallo.
Un brano scritto in tempi non sospetti che racconta in maniera onirica e metaforica tutte le senzazioni provate da ciascuno di noi durante il periodo di lockdown: quelle lunghe giornate in cui ci siamo sentiti distanti e isolati, circondati da pareti trasparenti attraverso cui guardare il mondo per cercare una connessione con esso e su cui, a volte, come fossero specchi, vedere chiaramente la nostra immagine riflessa.
Come nasce il brano “Casa di vetro”?
“Casa di vetro” è nato, come quasi tutti i brani di questo ultimo periodo, da un giro di chitarra sul quale ho cantato un testo scritto pochi giorni prima.
Quanto vissuto c’è in questo brano?
Molto. Il mio approccio alla musica è sempre strettamente influenzato da ciò che vivo, dalle considerazioni che il quotidiano mi induce a fare, a volte anche dai sogni che faccio la notte.
Ascoltando il tuo brano viene in mente “La poetica dello spazio” del filosofo Gaston Bachelard: “la casa è il luogo in cui il mondo della realtà e dell’immaginario si fondono”. È così anche per te?
Sì, è proprio così. Il mio habitat naturale è quello domestico. Ho tutto ciò che mi serve per potere creare, per lasciarmi influenzare da altre forme artistiche e soprattutto per potere immaginare. La componente dell’immaginario è preziosa e cerco di ricorrervi ogni volta che posso. Mi aiuta a descrivere meglio ciò che racconto e credo che caratterizzi fortemente la mia musica.
Il Coronavirus ha messo alla prova molte delle nostre certezze, anche lo spazio della vita quotidiana, come la nostra casa: tu come hai vissuto la quarantena?
Appena è scattata la quarantena ho pensato che tra tutte le emergenze immaginabili, questa per me fosse la meno preoccupante. Amo stare in casa, leggere, suonare, guardare film, disegnare. Però la tensione che ho iniziato ad avvertire a un certo punto è stata quella del cosiddetto ritorno alla normalità. Mi sono adeguata così bene all’isolamento che l’idea di riprendere i ritmi folli di prima mi ha agitata molto.
Quali dischi hai ascoltato, quali libri hai letto, quali film o serie tv hai guardato?
Tra i dischi che ho ascoltato di più mi vengono in mente “Compliments please” di Self Esteem e “Fetch the bolt cutters” di Fiona Apple. Tra i libri “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg, “Quando verrai” di Laura Pugno, “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust. Le serie che mi vengono in mente sono “Kidding” e “Mind Hunter“. Per il film al momento so solo dirti che da quando ho scoperto Mubi le mie serate sono diventate interessantissime.
Ti ha ispirato nuovi brani questo periodo?
Ho deciso di non scrivere nulla in questi mesi. C’è un momento per la semina e uno per la raccolta. A me è venuto spontaneo seminare. Inoltre ho pensato che se avessi scritto qualcosa di non buono mi sarei avvilita più del solito quindi ho scelto di salvaguardarmi. Ho suonato molto la chitarra e mi sono dilettata in qualche cover. Anche questo in fondo è lavoro.
Il futuro della musica, invece, come te lo immagini?
Lo immagino possibile. E questo mi sembra già qualcosa. Credo che iniziative come “La musica che gira“, che ho sottoscritto assieme a moltissimi altri addetti ai lavori tra cui musicisti, promoters, tecnici, siano fondamentali. Il settore della cultura e della musica dal vivo genera circa il 16% del pil di questo paese. Se il Governo non deciderà di tutelare tutti quelli che lavorano in questo ambito le conseguenze per l’intero paese saranno pesantissime.
“Casa di vetro” farà parte di un progetto più ampio?
Sarà uno dei brani inclusi nel mio disco la cui uscita è stata posticipata all’autunno perché in tempi di coronavirus sarebbe stato impossibile promuoverlo con un tour. Il titolo del disco è “Chiedimi se sono io” e la risposta ce la trovate dentro.
Ascolta “Casa di vetro” di Cristallo: