Rimini è una delle città più visitate del Belpaese durante l’estate. Oltre che per gli oltre 15 chilometri di litorale sabbioso e i colorati stabilimenti balneari, si caratterizza per una storia millenaria e ricca di fascino, che si perde tra leggende, aneddoti e un certo tipo di umorismo che ben la definisce.
Oggi vi portiamo alla scoperta di quella che è la cultura locale a Rimini, città del Rinascimento la cui fondazione risale all’Epoca Romana, ricca di monumenti, opere d’arte e di tante sfaccettature che la rendono interessante in tutte le stagioni.
Le origini di Rimini
Le origini di Rimini risalgono al 268 a.C., anno in cui sono stati edificati i primi agglomerati dell’antica Ariminum per volontà degli imperatori Augusto, Tiberio e Adriano, i quali apprezzavano soprattutto la posizione strategica: il punto di incontro perfetto tra la Via Emilia e la Via Flaminia. Durante il Medioevo la città non ha perso il suo splendore, in special modo durante il Rinascimento quando, grazie all’influenza della Famiglia Malatesta, è diventata uno dei poli del rinnovamento delle arti e delle scienze a livello non solo italiano ma europeo.
Le testimonianze di questo periodo aureo possono essere ben percepite nell’architettura del centro storico: da Castel Sismondo, situato in piazza Malatesta, al Tempio Malatestiano, ovvero la Cattedrale di Rimini. Una sorta di pegno dell’amore, dell’impegno e lungimiranza della famiglia Malatesta, un inno alla bellezza che rasenta la perfezione assoluta.
Rimini: città di tradizioni e leggende
Rimini è una città dove l’immaginario si fonde (e confonde) con la realtà. Qualcosa che emerge nelle tante storie che si sono tramandate di generazione in generazione. Non mancano i personaggi illustri che qui sono nati oppure vissuti, in epoche lontane nel tempo ma anche vicine, come nel caso di Federico Fellini. Una narrazione temporale che risulta fluida e con i diversi periodi storici tra loro connessi.
Prendiamo ad esempio l’influenza che hanno esercitato i Celti con la loro religione: una mitologia che presenta un insieme di riti che piano piano hanno inglobato elementi del Neolitico e dei culti solari e lunari. La festa sacra di Samhain veniva celebrata il 1° Novembre ed era considerata la più importante tra quelle dell’anno celtico, non a caso durava tre notti. In maniera similare alle feste moderne di Ognissanti e dei Morti, avveniva il transito tra il tempo umano e il Sacro, a fronte di un’intrusione che rendeva possibile la fusione tra reale e fantastico. La notte che anticipa l’alba del 1° Febbraio era invece dedicata a Imbolc, ovvero la festa delle greggi, nel corso della quale si salutava la parte più dura dell’inverno. Non è altro, in realtà, che la “focaraccia o focarina” di cui parla Fellini in Amarcord, attualmente programmata per il 19 marzo e assorbita nella festa cristiana della Candelora. In diverse zone vengono incendiati dei grandi falò, tra canti e bevute.
Infine, impossibile non citare il folletto romagnolo Mazapégul, proveniente dalla mitologia celtica e giunto fino a noi, pasticcione e dispettoso, che trascorre le notti infastidendo le persone durante il sonno. Il suo racconto è diffuso ancora oggi nella cultura popolare riminese.
Tra crocicchi e fantasmi
Parlando della cultura locale di Rimini è interessante soffermarsi sui cosiddetti crocicchi, degli “incroci” che fungevano da punti di incontro in cui poteva capitare di incontrare la “vecchia strega”, oppure il Diavolo. Punti magici e su cui si narrano tantissime storie. Con la cristianità i crocicchi sono stati assimilati alle cellette votive, alle edicole, alle lastre scolpite o dipinte nella pietra. Ne parla anche Tonino Guerra all’interno di uno dei suoi Manifesti, poeta, scrittore e sceneggiatore romagnolo di fama internazionale.
Impossibile poi non citare i fantasmi riminesi, le cui voci riecheggiano tra singhiozzi e richieste di aiuto. È quanto accade al Castello dei Conti Guidi a Montebello di Torriana dove è possibile percepire la presenza di Azzurrina, che vi ha abitato con la sua famiglia.
Un’altra storia interessante è quella della figlia di Costanza e Ugunuccio Malatesta, Ermelina, scomparsa misteriosamente all’interno della nevaia del castello il 21 giugno 1375 e mai più rinvenuta. Pare che fosse albina e sospettata di essere una strega; durante il solstizio estivo è possibile sentirne i passi. Sono solo sensazioni o c’è qualcosa di vero? Chissà, a Rimini rimane il mistero e ognuno è libero di crederci (oppure no).