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Deci: “Essere sempre nuovi senza cambiare”

Artista emergente che ha catturato l’attenzione del panorama musicale italiano con il suo stile unico e innovativo, nel suo nuovo singolo “Lamette“, Deci esplora le complessità delle relazioni moderne, affrontando temi profondi e spesso dolorosi con una sensibilità rara.

Nato a Mantova e con un background in pop, dark e musica elettronica, Deci ha saputo creare una narrazione sonora distintiva che risuona con molti giovani adulti. Deci racconta a Zoom Magazine l’ispirazione dietro “Lamette”, le sue collaborazioni con artisti come Alessio Bernabei e Stefano Paviani, e il suo percorso musicale che lo ha portato a debuttare ufficialmente a quasi trent’anni.

Lamette” è il primo singolo del tuo nuovo progetto musicale. Cosa ti ha ispirato nella scrittura di questo brano e cosa speri che gli ascoltatori colgano dalla tua musica?

In “Lamette”, come in altri brani del progetto, volevo parlare di tematiche che affliggono noi giovani adulti. Una di queste è appunto come viene affrontata una relazione tossica e masochista, dove sulla carta ci si ritrova con ottime motivazioni per lasciarsi, ma alla fine predomina la volontà di stare insieme, pur stando male.

Hai collaborato con artisti come Alessio Bernabei e Stefano Paviani per “Lamette“. Come sono nate queste collaborazioni e come hanno influenzato il risultato finale del singolo?

La collaborazione con Alessio è nata grazie a Mario Meli, produttore dei precedenti brani che ho pubblicato, che ha fatto da tramite per la conoscenza. Alessio è un artista che stimo molto e ha un approccio progettuale molto simile al mio, per cui ci siamo trovati bene da subito. Stefano invece è intervenuto in un secondo momento per allineare la canzone a tutto il resto del progetto, perchè assieme a lui ho curato tutte le parti testuali di tutte le canzoni del progetto.

La tua musica combina elementi pop con un tocco dark ed elettronico. Come sei arrivato a sviluppare questo stile unico e quali artisti o esperienze hanno influenzato il tuo percorso musicale?

Il “pop” mi permette di sfruttare dinamiche e strutture semplici e popolari per poi costruire qualcosa di più complesso e meno incasellato. Sicuramente gli elementi dark si sposano molto bene con gli elementi elettronici e mi permettono una narrazione sonora versatile e che sento molto affine. Sicuramente sono stati fondamentali come ispirazione Woodkid, Imagine Dragons e Billie Eilish.

Il tuo debutto ufficiale è stato a quasi trent’anni. Quali sfide e soddisfazioni hai incontrato nel decidere di intraprendere una carriera musicale in età più adulta rispetto alla media?

Credo ci siano sia pro che contro. Personalmente, ritengo di affrontare le sfide che mi arrivano con una certa “maturità” e consapevolezza. 10 anni fa non ne sarei stato in grado, per esempio. Tuttavia ci sono anche molti “contro”: in primis una grossa fetta di tempo perso e di lacune sulle basi, quindi teoria, storia della musica e, soprattutto, sui live. Infatti mi sto muovendo per arrivare ad un buon livello di preparazione.

Dopo due anni di scrittura, quali sono stati i momenti più significativi di questo periodo creativo e come credi che abbiano plasmato il tuo album di debutto in uscita nella primavera del 2025?

Dal mio punto di vista è stato tutto un momento di crescita incredibile. Ho imparato molto in questi due anni. Sicuramente ho avuto due momenti catartici, il primo è quando ho scritto il primo brano con il nuovo team; è stato un momento incredibile e rimane tutt’ora il brano a cui sono più affezionato sull’intero progetto. Il secondo momento più importante è stato quando ho chiuso i mix & master e ho ascoltato i brani in ordine per la prima volta: raramente ho provato un emozione così intensa in vita mia.

La tua etichetta, Beat Factory, vanta collaborazioni con grandi nomi della musica italiana. Come è stato lavorare con una squadra così esperta e in che modo ha influenzato la tua evoluzione artistica?

In realtà sono entrato in casa Beat Factory da poco. Ho lavorato in modo indipendente su tutto il progetto in primis, poi ho cercato una buona realtà che potesse valorizzarlo. Sicuramente Filadelfo Castro si è dimostrato molto trasparente e competente, si è interessato al progetto e abbiamo iniziato una bella collaborazione, che spero porterà soddisfazioni a tutti.

Un sogno nel cassetto?

Sogno un paio di feat. internazionali e nazionali con artisti che stimo moltissimo, in primis Marcus Mumford e Woodkid per l’estero, MACE e Venerus per il panorama nazionale. Ci sono tantissimi artisti con cui mi piacerebbe collaborare, ma se proprio devo sognare, sogno questi per primi.

Guarda “Lamette” di Deci:

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