Da quando il suo nome è stato giornalisticamente associato a quello di Can Yaman, fino a essere citato nella rassegna stampa rosa di Gianni Ippoliti all’interno di “UnoMattina in Famiglia”, Emmanuele Tardino è stato preso aspramente di mira da una pur sparuta minoranza di estimatori del divo turco.
Quello che sembra abbia dato loro più fastidio è il fatto che Emmanuele, influencer 28enne con il fuoco dell’Etna nelle vene, sia stato definito il sosia di Can Yaman. Lungi da noi scomodare il termine cyber-bullismo, che è un tema assai più complesso e stratificato, ci terremmo comunque a chiarire qualche passaggio sperando di mettere fine ad un circolo vizioso che non fa bene a nessuno.
A volte sarebbe auspicabile andare oltre il titolo di un articolo, che per sua natura deve essere breve e accattivante: se i cosiddetti leoni da tastiera si fossero presi due minuti per leggere il pezzo nella sua interezza, avrebbero scoperto che solo nel titolo si fa riferimento ad Emmanuele come sosia di Can Yaman, ma che già nel primo periodo si parla di “bellezza à la Can Yaman”. Il che non vuol dire affermare che Emmanuele sia la copia carbone del nuovo sex-symbol delle serie tv, ma che – nella sua fisicità – c’è qualcosa che lo ricorda: il modo di portare i capelli? Lo sguardo? Quell’aura, in una parola, selvaggia che senza fatica possiamo riconoscere ad entrambi.
“Adesso tutti sosia di Can Yaman, per farsi pubblicità”, scrive qualcuno a cui non la si dà facilmente a bere. Ma è evidentemente anche qualcuno a cui sfugge che il proliferare di tutti questi sosia, di tutti questi falsi d’autore, non fa altro che confermare la forza propulsiva della sua icona: se tutti vogliono assomigliare a lui, sarà perché Can Yaman è davvero diventato qualcuno, un esempio (e di questo dovreste andare fieri) e non perché gli si voglia “rubare il posto”, un titolo o un qualche diritto di prelazione.
Il segreto, alla fine è sempre lo stesso: darsi tempo. Voi, cari opinionisti social, dovreste darvi più tempo per leggere qualche riga in più; ma già l’essere arrivati fin qui è un ottimo punto di partenza. Ad Emmanuele, per affrancarsi da un’eco e dimostrare che può diventare chi desidera smettendo di vivere all’ombra di qualcuno.
Noi Emmanuele, che lontano dal clamore e attuando la strategia intelligente del silenzio continua la sua carriera da fotomodello, lo abbiamo raggiunto. Ci ha consegnato poche parole, tra un ricordo doloroso e un appello a quei ragazzi che oggi si sentono “meno”: “Anche da piccolo, soprattutto nel periodo delle scuole, sono stato spesso preso di mira. Il mio carattere pacato e tranquillo, dai bulli veniva scambiato per debolezza (…) Ti dicono che tu vali meno di loro, e finisci per crederci. Oggi voglio dire a quei ragazzi che magari stanno vivendo una situazione simile: – dentro voi stessi c’è una forza più grande di quella che vi fanno credere –