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Gabriele perdono
INTERVISTE MUSICA

Gabriele “torna” in Italia con Perdono: la storia di un sogno che non può più essere messo da parte

Gabriele Miraglia, solo Gabriele Chanteur per i tanti fan che lo seguono in Francia come in Italia, è partito ormai quasi quindici anni fa da Partinico, in Sicilia per inseguire il suo sogno: oggi è parigino d’adozione e il suo savoir faire italiano si mescola “all’allure” francese. Un abito che indossa perfettamente e con fierezza dimostrando come si possa essere felici gettando ponti e non costruendo muri, nell’arte e nella vita.

Lo scorso primo luglio è uscito su tutte le piattaforme digitali e in radio il nuovo singolo di Gabriele, Perdono, cover della versione francese di Tiziano Ferro per l’etichetta AG Group e distribuito dal colosso Universal Music France: un vero crossover Italia-Francia, che apre la strada ad un importante percorso artistico con tante novità, inediti ed un nuovo spettacolo live, dove Gabriele porterà in scena tutta la sua arte finalmente anche in Italia.

Com’è nata l’idea di riproporre, a modo tuo, una cover così importante di Tiziano Ferro?

Questa canzone del 2001 mi riporta alla mia adolescenza quando sognavo di fare “da grande” questo mestiere. La mia voglia di essere perfetto e “pronto” artisticamente, ha fatto sì che rimandassi il momento di lanciarmi con coraggio in quello che sentivo essere il mio destino. Quando ho deciso di fare i primi passi l’ho fatto nascondendomi dietro le canzoni di qualcun’altro per non assumermi il rischio che quello che avevo dentro, non fosse all’altezza. Perdono è un giro di boa, verso un nuovo Gabriele che si perdona di non essersi lanciato avanti prima, di essersi messo da parte e non essersi ascoltato.

La tua versione, con il buon gusto che ti contraddistingue, è una versione contemporanea e personale. Qual è stato il tuo approccio a questo brano di uno dei “mostri sacri” della musica italiana?

L’ho fatto mio, con arrangiamenti contemporanei, che inizialmente erano più “forti”, poi ho lasciato che venisse a galla una dolce malinconia, in cui il ritmo non è dato dalla forza, ma dalla melodia. Un mea culpa introspettivo, in cui gli stati d’animo si mescolano anche con un po’ di ironia, con la nonchalance con cui affronto tutto e che mi rappresenta. Tiziano Ferro aveva fatto questa versione italiano e francese, che per me assume un significato diverso dal momento che sono italiano ma francese di “adozione”, visto che è la mia casa da quattordici anni. Un brano che coniuga la mia adolescenza, vissuta in Italia e l’età adulta con la scelta di vivere a Parigi.

Il video è cinematografico e mostra ampi spazi, con colori e paesaggi bellissimi, dove sei solo tu. Raccontaci…

Abbiamo cercato degli spazi aperti e l’Arcachon con le sue dune, con le foreste da una parte e il mare dall’altra, è una vera meraviglia della natura, un posto magico. Questi spazi così ampi rappresentano perfettamente il viaggio verso me stesso, su un’auto vintage, che mi lega al passato ma mi conduce attraverso il presente, nel futuro. Una scelta voluta per rendere le immagini didascaliche ad un brano che sento davvero molto e che spero possa diventare di tutti.

(Foto ©Alex Marie)

Cosa ha significato vivere a Parigi?

Personalmente credo di essere cresciuto molto in questo paese che mi ha accolto quattordici anni fa, ma allo stesso tempo sono orgoglioso delle mie radici, della mia Sicilia. Oggi Parigi è la mia casa, ma ho la mia famiglia a Partinico, in Sicilia e un amore sconfinato per l’Italia…. Per carattere e con il lavoro che ho svolto nei villaggi turistici, ho sempre viaggiato molto imparando a “prendere” da ogni nuova esperienza il buono che poteva offrirmi. Si cresce e si diventa migliori, nel confronto con le diverse culture. Questa è la storia dell’uomo, del suo bisogno di scoperta e scambio.

Che effetto fa sentire per radio e nei locali la tua Perdono?

In Francia si balla molto nei locali e in Italia l’ho sentita per radio: ho provato un piacere immenso e la strana sensazione di ascoltare, per la prima volta, un cantante che mi piace. Non era mai successo che fossi così a mio agio risentendomi, infatti, sono sempre ipercritico e per questo non amo ascoltarmi. Quel cantante che mi piace sono finalmente io e la sua musica mi piace davvero!

Il brano è un vero crossover Francia-Italia. Dove hai ne hai aspettato l’uscita?

Ho scelto di aspettarne l’uscita in Italia passando da Milano, alla Liguria per vedere il mare e infine Roma. Anche questa è una prima volta, perché solitamente sono a Parigi. Mi è sembrato importante e simbolico, cambiare prospettiva e, confesso, è stato emozionante. Un modo di seminare energia positiva, godendomi il lancio aspettando la mezzanotte e festeggiando.

Questo “giro di boa” che orizzonti ti ha aperto?

Vedo le basi del mio ponte Francia – Italia, uno scambio di energia e musica, senza pretese ma senza confini. Uno scambio che può solo generare cose buone, l’Italia è molto aperta ed incoraggiante verso la musica straniera, anche se il mercato spinge verso l’inglese, esiste anche molto altro! Mi piace pensare che ci si possa confrontare con la musica di tutto il mondo, lasciando che questa si mescoli liberamente.Sto scrivendo molto e la direzione della mia musica non prevede confini o separazioni. Ho radici profonde che mi legano alla mia terra natia, la Sicilia che fa parte di me ma allo stesso tempo, mi sento di appartenere a Parigi che amo profondamente. In questa dualità mi sento libero e nelle mie canzoni l’italiano e il francese, si coniugano per cantare e raccontare la bellezza che è racchiusa nel nostro essere diversi, unici. Siamo sfumature meravigliose dei tanti colori che rendono così belloil nostro pianeta.

I tuoi sogni si sono realizzati? Quanto sono importanti?

I sogni sono fondamentali, ma affinché si realizzino credo che si debba costruire basi solide, progettare e fare. Non chiamateli sogni, ma obiettivi. Bisogna lavorare duro, con determinazione senza perderli mai di vista.

Guarda il videoclip:

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