Da venerdì 22 marzo sarà in rotazione radiofonica e in tutti i digital store GIOVE, il nuovo singolo della band abruzzese Metrò.
Il brano è il secondo singolo estratto, dopo “Tu sei l’universo”, e farà parte del loro primo album di prossima uscita.
I Metrò – Antonio Sorrentino (Voce), Luigi Tarquini (Chitarra), Federico Fontana (Basso) e Marco Fiorenza (Batteria) – nel 2015 hanno vinto la prima edizione di Deejay on Stage e, sempre lo stesso anno, sono entrati a far parte della scuola di Amici di Maria De Filippi.
GIOVE (NatyLoveYou distr. Believe) è un brano che disegna un momento intimo ma quotidiano tra due persone che cercano di capire se la propria relazione possa andare oltre.
“Dentro un’astronave che ci porta su Giove” recita il brano: una chiara allusione al viaggio astrale che percorrono i due amanti verso il pianeta Giove, pianeta associato al principio della crescita nell’astrologia occidentale. Nel testo, le emozioni che si provano, vivendo la vita di tutti giorni, sono definite aliene. Svestiti di abiti ed atmosfere lontane dalla loro identità, i talentuosi giovani intraprendono un percorso artistico sincero e personale.
L’idea del videogame al posto del videoclip per veicolare il brano è stata determinata da due fattori: la ricerca di un mezzo originale che superasse i canali convenzionali di marketing e la voglia di includere il pubblico il più possibile nel progetto fino a renderlo parte attiva della promozione e non soltanto spettatori passivi. L’idea, così come il concept stesso del videogame, sono stati progettati dagli stessi Metrò, supportati da professionisti abruzzesi per la realizzazione grafica. è una canzone che nasce da una riflessione, purtroppo oggi ancora necessaria, sul fatto che bisogna tutelare l’amore nelle sue sfumature. È un singolo che incoraggia l’amore nelle sue diversità e inclinazioni. Dove c’è amore non c’è maldicenza che possa reggere. L’amore dà, l’amore insegna, l’amore costruisce.
GIOVE, interamente prodotto artisticamente dai Metrò, è stato scritto dalla band con la collaborazione di Francesco Sponta e Marco Canigiula.