Claire Denis dirige “High Life”, dal 6 agosto nelle sale distribuito da Movies Inspired: thriller horror fantascientifico che butta un occhio alla sensualità e alla sessualità, in un modo del tutto originale.
”High Life” – designato Film della Critica 2020 dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – ci porta nello spazio, dove Monte (Robert Pattinson), uomo ferreo e freddo, vive a bordo di una navicella spaziale insieme a sua figlia. Monte è stato costretto ad inseminare una giovane donna (Juliette Binoche) membro dell’equipaggio, interamente composto da detenuti condannati a morte. Nel viaggio, sopravvivono solo Monte e la figlia.
Il pilastro portante di “High Life” è il rapporto tra Monte e la figlia, attraverso il quale l’uomo sperimenta giorno per giorno un amore indecifrabile, difficile da comprendere, mentre i due si avvicinano sempre di più alla sospensione dello spazio e del tempo, in un profondo buco nero.
“Ci stiamo avvicinando a un pianeta proibito, un tabù assoluto” racconta la regista a proposito del rapporto ambiguo tra questo padre e questa figlia che cresce. “Una ragazza é anche una donna. L’incesto è la ricerca del sesso estremo, poiché proibito. “Noi due non abbiamo bisogno di nessuno”, dice la ragazza. È un film sull’angoscia e sulla tenerezza umana, sull’amore, nonostante tutto”.
La fantascienza in “High Life” non è però quella di Kubrick, tantomeno quella ispirata alla patinata NASA. È una ricerca cinematografica ancora più profonda.
”Non avevo in testa nessun film di fantascienza recente, tutti prodotti troppo levigati, come i documentari della NASA: troppo belli, civili, igienici, Ken e Barbie che galleggiano in astronavi che sembrano giocattoli per bambini.Il grande problema in termini di referenze è ovviamente 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Se decidiamo di raccontare la storia di un’astronave che lascia il sistema solare, 2001 ci salta in mente come un diabolico Jack-in-the-box. Quindi bisogna dimenticare 2001, per quanto il film sia per sempre impresso nel nostro cervello, nel nostro corpo. E bisogna anche dimenticare Solaris di Tarkovsky. Vicino allo studio dove abbiamo girato in Germania, c’era uno stagno con salici piangenti. Lì, ho pensato a Stalker, sempre di Tarkovsky. A differenza di Kubrick, Tarkovsky non blocca la tua immaginazione, la apre, ne alimenta le fiamme. Solaris eStalker sono i miei film portafortuna, geni benevoli che mi proteggono, mi incoraggiano, mi ispirano.”
”High Life” non è un film per tutti, o meglio non è un film per chi preferisce mettere davanti la morale all’esplorazione artistica.
È un film che va davvero oltre.
Che sembra quasi non tornare più dallo spazio.
Guarda il trailer di “High Life”: