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Il filo nascosto
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Iris: in prima visione “Il filo nascosto”, l’addio alla carriera artistica di Daniel Day-Lewis

Mercoledì 28 aprile, alle 21.15, prima visione in chiaro sul canale Iris del pluripremiato film scritto, diretto e coprodotto da Paul Thomas Anderson “Il filo nascosto“. L’opera segna anche l’addio alla carriera artistica di Daniel Day-Lewis, unico attore insignito di un triplo Oscar quale Miglior attore protagonista, con i film LincolnIl Petroliere e Il mio piede sinistro.

La pellicola, ambientata nella Londra degli anni Cinquanta all’interno del mondo della moda, è stata acclamata all’unanimità dalla critica e ha ricevuto riconoscimenti per la recitazione, la sceneggiatura, la regia, la colonna sonora, i costumi, la produzione.

La National Board of Review, nel 2017, ha eletto “Il filo nascosto” uno dei migliori film dell’anno e la stampa specializzata lo ha indicato come uno dei migliori del decennio 2010-2019.

Daniel Day-Lewis, britannico ma con cittadinanza irlandese, il 29 aprile compie 64 anni. È figlio del poeta Cecil Day-Lewis e dell’attrice Jill Balcon. Ha tre figli (uno con Isabelle Adjani, che lasciò via fax perché non era «pronto a fare il padre») ed è sposato con la scrittrice e regista Rebecca Miller.

Nel giugno 2014 ha ricevuto il Knight Bachelor per i servizi resi alla Drammaturgia e il 14 novembre, sempre del 2014, è stato nominato Cavaliere dal Principe William, Duca di Cambridge, in una cerimonia di investitura tenutasi a Buckingham Palace.

Oltre ai tre Oscar, Daniel Day-Lewis ha vinto quattro BAFTA, tre Screen Actors Guild e due Golden Globe. Una carriera luminosa, ma estremamente selettiva – scelta con cura dei ruoli e immedesimazione totale nel personaggio che interpreta, prendendone l’accento, le abitudini, la personalità -, tracciata dal debutto sul grande schermo all’età di 14 anni in “Domenica, maledetta domenica“. Abbaglia i critici già nel 1985, con “My Beautiful Laundrette” e “Camera con vista“. In seguito interpreta presidenti, scrittori, leader di gang. Recita in musical, avventure epiche, drammi in costume. Il “Maestro del Metodo” (Stanislavskij, ndr) impara il ceco per “L’insostenibile leggerezza dell’essere“, ascolta Eminem per “Gangs of New York” e vive su una sedia a rotelle per “My Left Foot“.

Un uomo di grande fascino e carisma, Sir Day-Lewis. Un attore che è sempre sfuggito allo star system hollywoodiano, molto caro agli italiani anche per aver fatto l’apprendista calzolaio in una bottega di Firenze e aver abitato in Piazza Santo Spirito. E per aver vestito i panni di Guido Contini, regista in crisi creativa, alter ego di Fellini, protagonista del film ispirato a “8 ½, Nine“.

Oggi è la star del primo appuntamento con la rassegna di Iris “Scorci d’Autore”. Un mercoledì sera firmata da attori e registi di fama e riconosciuto talento, che in seconda serata propone un altro cavallo di battaglia di Day-Lewis, Nel nome del padre.

Il lungometraggio, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 1994, è tratto da una vicenda realmente accaduta: quella di tre ragazzi nordirlandesi e una ragazza inglese – innocenti – accusati di aver provocato un’esplosione in un pub di Guildford, nel Surrey.

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