Domani sera alle 20.55 su National Geographic (canale 403 di Sky) andrà in onda Jane, docufilm che racconta la storia di Jane Goodall, la donna che con le sue ricerche sugli scimpanzé ha rivoluzionato gli studi sui primati conquistando credibilità e consenso in un ambiente prettamente maschile.
Con oltre 100 ore di filmati inediti in 16mm rimasti nascosti per 50 anni negli archivi di National Geographic, le toccanti immagini realizzate dal marito Hugo van Lawick, interviste inedite e immagini private, Jane accompagna lo spettatore attraverso l’affascinante vita di Jane Goodall offrendone un ritratto intimo.
La storia prende il via nel 1960 quando la 26enne Jane si traferisce in una zona remota della Tanzania per studiare gli scimpanzé. Spinta dal suo amore per gli animali ma senza una formazione scientifica accademica, la Goodal sfida i metodi di ricerca convenzionali con il suo particolare metodo di osservazione sul campo. Guadagnandosi con pazienza la fiducia degli scimpanzé, scopre che questi animali sono molto più intelligenti di quanto si pensasse e che utilizzano strumenti per procacciarsi il cibo. Nel 1964 il filmaker Hugo van Lawick viene mandato a seguire il lavoro della Goodall, tra loro nasce l’amore, si sposano e hanno un figlio. Ma l’idillio è presto rotto da un’epidemia di poliomelite che uccide la popolazione di scimpanzé.
“Mi sono ritrovata a rivivere quel periodo della mia esistenza in cui ero completamente presa dalla vita degli scimpanzé“ racconta Jane Goodall. “Penso che questo film ritragga in modo molto accurato la giovane Jane, così spensierata e diversa dalla Jane di oggi, impegnata a ricordare la disperata necessità di salvare il pianeta prima che sia troppo tardi.”
“Jane parla di una storia d’amore. Non di quella tra un uomo e una donna ma di quella tra una donna e il suo lavoro, la sua missione” dichiara Brett Morgen, candidato all’Oscar per il documentario “On the ropes“. “All’inizio del film la vediamo scoprire la sua vera passione: osservare gli animali in libertà. Il matrimonio e la nascita del figlio la portano lontano da quel mondo, ma si tratta di un allontanamento momentaneo. Presto il cerchio si chiude e lei torna ai suoi scimpanzé. Ecco, questo film racconta il viaggio di un eroe. Il nostro lieto fine è vederla tornare ai suoi studi.”
di Redazione Zoom Magazine