Il 2 luglio è uscito in tutte le librerie “Meghan Markle, la duchessa ribelle” (edizioni Diarkos), il libro scritto da Cristina Penco che racconta le vicissitudini della nuova duchessa di Sussex e, soprattutto, la ‘rivoluzione’ portata dall’attrice americana nell’ingessata monarchia britannica (LEGGI ANCHE: Royal wedding: le prime foto ufficiali del matrimonio di Harry e Meghan).
Era un’attrice affermata, ha mollato la recitazione per vivere il sogno: sposare il principe Harry. Ma a corte non è tutto semplice: l’etichetta, la tradizione millenaria, l’attenzione – a volte eccessiva – delle cronache rosa possono essere soffocanti. Meghan, però, non si lascia schiacciare, il suo obiettivo è quello di cambiare, col suo comportamento spontaneo, certe regole vetuste.
Quella di Harry e Meghan è prima di tutto una storia d’amore. Lui è considerato lo scavezzacollo della famiglia reale britannica, finito su riviste e rotocalchi per i suoi eccessi, ma amato dal popolo e ritenuto il rampollo di sangue blu più desiderato d’Europa. Lei è un’attrice già nota a Hollywood, con una carriera ben instradata davanti, femminista, determinata e ‘multietnica’ col padre caucasico e la madre afroamericana.
Non è certo la descrizione della perfetta duchessa britannica, invece l’amore colma ogni distanza: Harry decide di sistemarsi e al sua fianco vuole Meghan, non per qualche accordo dinastico – come era stato per sua madre Diana e suo padre Carlo – ma per amore, solo per amore.
Certo Meghan non sa quanto l’etichetta di corte possa essere rigida per una ragazza ‘ribelle’ come lei.
Il libro di Cristina Penco spiega come Meghan abbia cercato di adattarsi alle regole della Royal House, ma come le abbia anche infrante, suscitando contemporaneamente reazioni di dissenso e di consenso tra la gente. Emblematici sono il suo ingresso da sola in chiesa, il giorno delle nozze, oppure la presentazione del Royal baby, tenuto in braccio, per la prima volta in casa Windsor, dal padre Harry. Sebbene dirompente, Meghan, però, risulta di grande aiuto all’ammodernamento dell’immagine della corona britannica: il suo femminismo, le sue origini etniche e borghesi mostrano un’apertura della monarchia nei confronti dei tempi che avanzano. Non una rivoluzionaria, quindi, ma certamente una ribelle.
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