Alla faccia dell’ingenerosa accoglienza ottenuta all’inizio della stagione televisiva quando parte del pubblico, anziché applaudire il ritorno di una signora del piccolo schermo tenuta ingiustamente in panchina per anni aveva avuto il coraggio di attaccarla per alcune sue dichiarazioni del tutto slegate dal suo percorso professionale, a primavera inoltrata Lorella Cuccarini può considerare vinta una delle sue più grandi sfide lavorative.
Erano anni, infatti, che “La vita in diretta” non superava così spesso negli ascolti il competitor “Pomeriggio5” di Barbara d’Urso. I primi segnali del sorpasso sono stati registrati a febbraio durante il Festival di Sanremo, al contrario dello scorso anno quando il programma di Raiuno, allora condotto da Francesca Fialdini e Tiberio Timperi, non riuscì a fare altrettanto. Poi, durante la Fase 1 dell’emergenza legata al Covid19, Lorella Cuccarini e Alberto Matano sono riusciti a regalare al pubblico ben 4 ore di trasmissione quotidiana, (sostituendo Caterina Balivo e il suo “Vieni da me”) e a battere, cosa mai avvenuta prima, anche alcune puntate di “Uomini e donne”.
Ultimamente, anche con puntate non incentrate completamente sul CoronaVirus, “La vita in diretta” ha battuto la concorrenza. Basti considerare l’ultimo duello avvenuto venerdì 29 maggio: Rai1 ha ottenuto il 14.8% di share, mentre Canale5 ha salutato il pubblico con il 13.8%. Ben altri numeri rispetto allo scorso anno, quando l’ultimo scontro vide la D’urso schiacciare Fialdini e Timperi con il 16% contro il 13.2%.
È evidente che questa nuova edizione de “La Vita in diretta” ha rappresentato un insperato ritorno agli antichi splendori, dopo tanti anni di risultato puntualmente al di sotto delle aspettative, al contrario di molti altri programmi di Raiuno alle prese con un evidente calo d’ascolti. È palese che i continui attacchi a una delle poche trasmissioni maggiormente in salute della rete ammiraglia della TV di Stato, assieme ai rumor strategici, siano ideati da chi magari ha un tornaconto professionale o obbedisce a logiche politiche che dovrebbero rimanere lontane da quelle televisive.
Di conseguenza, la conferma di entrambi i conduttori, in una Rai meritocratica, sarebbe quantomeno doverosa. E sarebbe assolutamente ingiustificabile il contrario. Così come sarebbe doveroso per l’hater di turno chiedere scusa a Lorella Cuccarini e ai suoi 35 anni di carriera, molti dei quali già scritti e impressi nella storia della TV italiana, nonostante gli immeritati ostacoli a lei creati, in passato, da qualche direttore di rete assai miope.
(credit immagine grafica: Antonio Ridi)