“Sono Manuel Aspidi, ho 19 anni e vengo da Livorno“. Così, con una semplicità disarmante, nel 2006 Manuel Aspidi si presentava al pubblico ed entrava a far parte di Amici 6, facendosi notare subito come una delle voci più belle di quell’edizione, capace di emozionare e stupire.
Il percorso artistico del “ragazzo dall’ugola d’oro” da allora non si è mai fermato, tra concerti in giro per l’Italia, collaborazioni di rilievo – come quella con Nick Scott, autore di Madonna, e Niccolò Agliardi – e la partecipazione nel 2016 a The Voice, a dieci anni esatti dalla sua “prima occasione”.
Ed ecco che, dopo un anno intenso di lavoro, Manuel Aspidi da pochi giorni ha lanciato il suo ultimo ep dal titolo “Libero (I’m free)“. Un progetto dal respiro internazionale composto da sei brani dalle sonorità anni Ottanta che rappresentano l’evoluzione di un artista e che lo vede protagonista al fianco di artisti del panorama mondiale come Phil Palmer, Alan Clark e Julian Hinton.
Come nasce questo nuovo progetto discografico?
Questo progetto nasce dal bellissimo incontro che ho fatto l’anno scorso a casa di Numa e Phil Palmer. Senza troppi giri di parole Phil prese in mano la chitarra e mi disse semplicemente: “Canta!“.
Ovviamente ero molto emozionato ma sapevo anche che per me era una grande opportunità. Intonai due pezzi e dopo seguì una lunga chiacchierata. Due giorni dopo mi richiamarono dicendo che volevano fare questo progetto insieme a me.
E dai lì è iniziato un lungo anno di lavoro che ha dato vita a questo ep incredibile.
Qual è la canzone dell’album a cui ti sentì più legato?
La prima risposta che devo dare è quasi obbligatoria. Sono legato ad ognuno di loro perché ciascuno racconta una parte significativa della mia vita. Ma se proprio devo sceglierne uno direi senz’altro il brano in inglese “Let Out This Light”, scritto da Julian Hinton e tenuto dentro un cassetto per vent’anni. Fino a quando non ha deciso di darlo a me. Un grandissimo onore.
Possiamo considerarlo l’album della tua maturità?
Possiamo considerarlo l’album della rinascita. Per la maturità credo serva ancora un po’ di tempo… e per fortuna tempo ne ho ancora tanto (ride).
Hai raggiunto la notorietà con “Amici”. Che peso ha avuto questa esperienza durante il tuo percorso?
Un peso enorme. “Amici” mi ha arricchito sia professionalmente che umanamente. Ma non l’ho mai considerato un punto di arrivo, piuttosto uno di partenza. I talent possono essere un bagaglio prezioso ma devi avere la maturità necessaria per gestirli. Io per fortuna penso di esserci riuscito abbastanza bene.
E poi è arrivato “The Voice”. Cosa ti spinse a tentare nuovamente la carta di un talent?
Era un periodo in cui avevo bisogno di riscoprirmi, di ritrovarmi. “The Voice” mi sembrava la situazione ideale per farlo perché ti dava quella scossa necessaria per rimetterti in carreggiata
E che differenze hai trovato col primo?
Sicuramente l’impegno a livello proprio fisico. Amici richiedeva una partecipazione continuativa, 24 ore su 24, e il contatto con gli altri partecipanti e i professori era continuo. Non c’erano pause.
A “The Voice” questo non era richiesto. E soprattutto potevo dedicarmi esclusivamente alla disciplina del canto, cosa che non accadeva ad “Amici”.
Se potessi tornare indietro c’è qualcosa che non rifaresti?
Assolutamente no. Rifarei tutto quello che ho fatto. È grazie alle mie singole esperienze che sono la persona di oggi.
Oggi ti senti completamente realizzato?
”Completamente” è una parolona. Mi completo solo quando canto ma artisticamente credo non si finisca mai di imparare. Inoltre sono una persona che pretende molto da se stesso, molto autocritico, Quindi no, non posso dire di esserlo completamente
Come sarà la tua estate musicale?
In estate continuerà il mio tour promozionale e inizierò le prove con la mia band. In autunno daremo il via ad un tour che toccherà molti teatri di varie città italiane… e non vedo l’ora!
(photo credit Azzurra Primavera)
Ascolta Libero (I’m Free):