La musica di Marco Sciarretta, cantautore milanese, viaggia trasversalmente nel tempo e con la dovuta “lentezza”, racconta pagine di vita. Nessuna fretta e la voglia di essere sincero nel modo che gli è più congeniale, vista la sua riservatezza. Marco è cresciuto in una famiglia dove si faceva musica per puro divertimento nutrendo così, la sua passione. Oggi si racconta per noi guardando il mare che da sempre, per lui, è luogo di riflessione e pace, quello dove trovare rifugio e ristoro. Marco ha lasciato Milano e ha preso il largo, andando per mare a cercare la sua isola, la sua casa: Tenerife. ‘Tra Nisida e Atlantide’ è il suo primo album che raccoglie dodici brani nei quali Marco con una bella scrittura e una voce calda, ci accompagna in viaggio alla ricerca della nostra Atlantide, qualunque essa sia. E’ in arrivo per il mese di aprile un altro singolo, un altro frammento di vita che Marco spera, prima o poi, di poter suonare dal vivo anche in Italia, là dove la sua musica ha avuto inizio.
Marco, quando hai deciso di lasciare che la musica guidasse la tua rotta?
Forse da sempre: è talmente parte di me, da sempre, che non so davvero da quando. Sono cresciuto a pane e musica, in una casa dove se ne ascoltava tanta non solo quella dei vinili, ma anche quella suonata dai nonni, dagli zii. Musicisti per passione che hanno alimentato e “nutrito” la mia attitudine. Per lei, e con lei, ho indirizzato e declinato ogni scelta, consapevole di quale fosse la rotta da seguire per essere felice.
A un certo punto, hai cambiato del tutto la tua vita e “preso” il mare alla ricerca di una nuova casa e una nuova dimensione dove vivere con la tua musica…
Per trent’anni ho gestito diversi locali, dove si faceva musica, collaborato con moltissimi musicisti, scritto per me e per altri, sognando la mia Atlantide. La musica, che sapevo di avere dentro, ha avuto bisogno di crescere con me, di nutrirsi dei momenti di vita che fanno parte integrante del mio essere. A un certo punto ho capito che volevo qualcosa di più, un posto dove poter vivere con la mia musica e Tenerife, con il suo clima favorevole per buona parte dell’anno e la possibilità di suonare dal vivo, mi ha convinto a gettare l’ancora.
Idealmente questo tuo viaggio è raccolto in ‘Tra Nisida e Atlantide’ il tuo primo album…
Ero innamorato del cantautorato italiano e, in particolare, Edoardo Bennato con la sua chitarra, mi faceva sognare. ‘Nisida‘, isoletta del meraviglioso Golfo di Napoli, è diventata, idealmente, il porto dal quale partire verso il mare magnum della musica. ‘Atlantide‘, meravigliosa canzone di Francesco De Gregori, la meta alla quale tendere. Questo progetto musicale rappresenta davvero il mio viaggio nella vita, con la musica. E’ il coronamento di tanti anni di lavoro nel quale i sogni si sono concretizzati, diventando possibili.
‘Tra Nisida e Atlantide‘ è un album con dodici brani che sono fotogrammi, momenti di vita, immagini semplici che ho cercato di raccontare con parole e musica. Sono ricordi, esperienze collezionate, o viste attraverso gli occhi degli altri di cui oggi posso, con il tempo e la serenità dovuta, avere cura, cantandole nel modo che meritano. Appartengo alla vecchia scuola cantautorale italiana, che mi ha insegnato molto e che ha scritto capitoli indimenticabili della musica. Nelle mie canzoni mi piace pensare che ci sia equilibrio tra note e parole, senza che l’una prevarichi l’altra, ma un’armonia che possa arrivare al cuore.
Ti piace essere artigiano della musica?
Sarebbe per me un onore, uno dei complimenti più belli. Non faccio musica rincorrendo quello che va di moda, ma scrivo quello che sento e come lo sento. Mi piace lasciare spazio all’improvvisazione, non mi piace scrivere tutte le note, ma quando sono in sala di registrazione, quando lavoro, mi piace lasciare che sia la musica a guidarmi.
In che direzione sta andando la musica?
Mi auguro che la musica, come la moda, faccia a un certo punto un giro di boa e torni a pescare nel passato e recuperi tutto il bello che abbiamo alle spalle. Quando i rapper fanno le citazioni importanti, per me sono quasi fastidiosi perché credo che massacrino dei “testi sacri” della musica. Una canzone non diventa migliore solo perché cita De André.
Ti senti in linea o invece, per rubare le parole a De Andrè, vai “in direzione ostinata e contraria”?
Sono ben felice e non m’interessa cercare di rincorrere il mercato, mettendomi sulla scia di quello che “va di moda”. Se fossi voluto scendere a compromessi, lo avrei fatto a vent’anni, certamente sono felice di fare ascoltare la mia musica, ma non per questo intendo defraudarla del suo significato e della sua anima.
‘Verso il mare’ fa parte dell’album e sottolinea ancora una volta come il mare abbia per te un ruolo fondamentale, nonostante tu sia milanese di nascita. E’ così?
‘Verso il mare’ racconta la fine di una relazione e la necessità di prendere una boccata d’aria andando verso il mare che mi placa, cullandomi. Lì ritrovo me stesso, raggruppando i pensieri. Una bella ballata per un finale intenso con un assolo di chitarra classica. Ancora una volta un racconto breve, una pagina di vita, che mi da l’occasione di fare musica. Il mare è il “mio posto”, dove trovo sempre pace ed equilibrio:“ E vado lentamente verso il mare /Altri odori altra gente che colori/ E non voglio parlare con nessuno / È solo me che devo ritrovare“
Si è appena concluso il 71° festival di Sanremo: qual è la tua personale opinione? Con chi ti piacerebbe duettare?
Ho ascoltato quasi tutto e devo dire che sono rimasto abbastanza deluso dai giovani. Mi aspettavo di trovare qualcosa di nuovo che mi è mancato completamente: nessuna vera novità a mio modesto parere… Duetterei volentieri con Max Gazzè, che trovo davvero interessante e che apprezzo molto per essere un musicista sopraffino, inconfondibile e “libero”. Sono dispiaciuto perché ritengo che la tradizione italiana dovrebbe essere motivo di orgoglio per tutti noi, invece mi è sembrata un po’ offuscata e persa di vita in quest’ultima edizione. La scorsa settimana sono stato ospite a un concorso canoro a Gran Canaria ed ho avuto conferma di come la musica italiana sia amata nel mondo e forse i giovani non ne sono del tutto consapevoli, purtroppo.
Cosa si prospetta all’orizzonte?
Un nuovo singolo, ‘Bianco & Nero’, che apre la strada del nuovo percorso, un altro capitolo di questo mio cammino con la musica. Sono felice perché manca davvero poco e provo emozioni forti, le stesse, ogni volta. Con le mie canzoni posso dialogare rispettando la mia natura, condividendo emozioni senza imbarazzo. La mia musica è espressione allo stato puro di ciò che sono, senza trucchi o finzioni: è il mio modo di comunicare, l’unico che mi appartiene.
1 comment
grazie mille !! ottima intervista !!