Parlare di contaminazione dopo due anni di pandemia potrebbe sembrare la cosa meno opportuna del mondo, e invece questo termine ha una delle accezioni più sane, gioiose, inclusive, opportune che possiamo immaginare.
Lo sanno bene i NeaCò, efficace contrazione del nome “Neapolitan Contamination”, la conosciutissima formazione musicale che porta sui palchi di tutta Italia e in giro per il mondo uno spettacolo originale, coinvolgente e di altissimo livello musicale e culturale. Sette musicisti, la maggior parte dei quali di estrazione partenopea ma anche loro “contaminati” da provenienze regionali e addirittura internazionali, venerdì 28 maggio alle ore 20.00, presso il Teatro degli Audaci di Roma, proporranno un micidiale repertorio che attinge dalla musica tradizionale partenopea per tuffarsi con grande maestria nei ritmi e nelle melodie appartenenti ai più svariati paesi del mondo.
Jazz, reggae, swing, salsa, saranno solo alcuni degli elementi sapientemente miscelati ai brani più amati dal pubblico e che fanno parte della cultura italiana musicale più antica e più amata.
L’ascoltatore verrà condotto in un viaggio-racconto tra i continenti e gli stili musicali, dall’Europa al Medio Oriente, all’Africa centrale, fino al Nordamerica del gospel, del blues, del jazz e del funky, al Centroamerica del calypso, del reggae, della rumba, all’afrocubana e giù giù fino al tango argentino.
Il pubblico ritrova ‘dentro’ ciascuna canzone un ‘seme di contaminazione’, un elemento di globalizzazione, capace di trasporre il brano in un Paese, e in uno stile narrativo del tutto diversi.
Una esibizione dunque non solo musicale ma anche una precisa dichiarazione di intenti in chiave culturale e sociale, un’apertura in questo preciso periodo soprattutto un chiaro segnale di liberazione dalla pandemia, come un festoso rito che annunci la liberazione dalla contaminazione del male attraverso la contaminazione della musica, delle migliore idee e valori, dell’inclusività.
I Neacò hanno già all’attivo decine e decine di date in tutta Italia e all’estero, avendo suonato nei più prestigiosi Festival e teatri, arrivando fino a Mosca dove si sono esibiti all’ambasciata di Russia. L’esecuzione è affidata a una formazione inedita, con un gruppo di musicisti intensi, che riunisce voci e strumenti etnicamente contaminanti, rendendo l’effetto di sincretismo e di crossover sempre più coinvolgente.