Ambientato nella Polonia del dopoguerra,“Powidoki – Il ritratto negato” arriverà nelle sale l’11 luglio. Protagonista il celebre pittore Władysław Strzemiński, insegnante all’Accademia delle Belle Arti di Łódź: per i suoi studenti è il messia della pittura moderna.
In “Powidoki – Il ritratto negato” troviamo il genio estroso di Strzemiński, coautore della teoria dell’unismo e vero amante dell’arte, lontano dalla lealtà alle dottrine del realismo socialista e ribelle al partito. Viene espulso dall’accademia e dall’Unione degli Artisti, ma i suoi studenti gli rimangono fedeli, unico suo sostentamento e appiglio contro la disgrazia in cui sta cadendo.
Andrzej Wajda, regista di “Powidoki – Il ritratto negato” porta sul grande schermo la storia dell’artista polacco Strzemiński, parlando allo stesso tempo del tema politico dello stato socialista.
Nel film si racconta di un uomo dedito all’arte e alla cultura, impegnato nella trasmissione di sapere alle nuove generazioni e alla costruzione di grandi opere come il secondo museo nel mondo di arte moderna. Gli anni sui cui Wajda si sofferma sono quelli tra il 1949 e il 1952, quelli del radicalismo del realismo socialista in Polonia, in cui figure come Władysław Strzemiński risultavano scomode e temibili. E’ anche la storia quindi delle ripercussioni di un regime su una delle forme più pure di libertà: l’espressione artistica.
Ad intepretare Władysław Strzemiński in “Powidoki, il ritratto negato” è l’attore Bogusław Linda, divenuto celebre in Polonia negli anni Ottanta.
Il resto del cast di “Powidoki – Il ritratto negato” rappresenta un’importante tassello del cinema polacco. Il direttore della fotografia è il nominato agli Oscar Paweł Edelman. Bronisława Zamachowska, la figlia di Zbigniew Zamachowski, conosciuto per Tre colori: Film bianco di Kieślowski, vede qui il suo esordio sul grande schermo nei panni della figlia di Strzemiński.
In un film come “Powidoki – Il ritratto negato” c’è molto. Prima di tutto c’è l’avventura incredibile di un uomo che ha imparato a dipingere dopo aver perso un braccio ed una gamba.
Amato dalle donne, dai suoi studenti. Maestro d’arte e di vita. Per lui l’arte è l’esistenza stessa e il suo essere così fuori dall’ordinario contro tutto e tutti lo ha portato ad essere ricordato ancora oggi.
“Powidoki – Il ritratto negato” non è quindi solo un viaggio nella vita difficile di un artista: è un grido di denuncia verso l’arte soffocata dalla politica, dal potere. E’ il coraggio di un uomo di anteporre la propria passione alla sua stessa vita, facendone una missione, un atto di coraggio.