Una notizia che molti fan stavano aspettando: “Stiamo lavorando alla prossima stagione di Romolo + Giuly, diciamo che ci sono tutti i presupposti affinché venga realizzata”. Così ha esordito Alessandro D’Ambrosi, Romolo della serie cult “Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana“, ieri sera all’incontro che ha aperto la seconda serata del Lamezia Film Fest (LEGGI ANCHE: Lamezia Film Fest: tutte le novità della quinta edizione). Al suo fianco, la sceneggiatrice e regista Santa De Santis con cui lavora da ben quindici anni.
Nulla di ufficiale, quindi, ma le parole dell’interprete romano lasciano ben sperare. Un esito che era abbastanza prevedibile dopo il successo ottenuto, rintracciabile soprattutto nella “libertà e il coraggio di sperimentazione”, come ha spiegato D’Ambrosi (che è anche l’ideatore del progetto). Una serie “surreale”, il cui co-sceneggiatore della prossima stagione “potrebbe essere Salvini, dati i recenti accadimenti”, ha ironizzato l’attore spiegando come “il modo migliore per rappresentare la realtà è scrivere una serie surreale. Oggi, nel nostro paese la realtà supera di gran lunga la fantasia”. In fondo, Romolo + Giuly è un vero e proprio “sberleffo politico”, si parla di diversità, “della capacità di superarla mettendo in discussione delle convinzioni che spesso sono basate sull’ignoranza”. Pur non essendo una vera e propria satira politica, i riferimenti non mancano. “Pensiamo, ad esempio, al personaggio di Fumagalli che nella serie interpreta il leader del movimento settentrionale, che è un po’ una sorta di Lega Nord”, ha continuato D’Ambrosi.
Insomma, si tratta di una serie che è colma di riferimenti socio-politici, senza essere esplicitamente politica grazie ad una scrittura raffinata e sottile.
Stessa cosa si può dire di “Buffet“, il cortometraggio presentato ieri sera dai due artisti, che non è altro che “una riflessione amara di costume e politica sulla nostra società”, come ha spiegato la De Santis. In un momento in cui “siamo sopraffatti da un individualismo imperante che ci sta massacrando” è necessario rispondere con la cultura, con il cinema, ha spiegato. “Oggi la definizione del sé passa attraverso lo scontro: ‘Sono questo perché non sono quello”, le ha fatto eco D’Ambrosi.
I due si sono mostrati perfettamente in sintonia l’uno con l’altro, tanto da un punto di vista artistico quanto “politico”, nell’accezione più ampia del termine. Chissà se non li ritroveremo a lavorare insieme anche per la prossima stagione di “Romolo + Giuly”, come hanno lasciato intendere ieri sera: “Santa potrebbe lavorare alla sceneggiatura della prossima stagione!” ha concluso D’Ambrosi.
A seguire c’è stata la proiezione di “Nostos” (2011) e “Buffet” (2016), accompagnata dalle parole dei due autori che si sono fermati a rispondere alle domande del pubblico e hanno ritirato il Premio Igea.
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