Insieme a Lucio Fulci, Dario Argento e Mario Bava, Sergio Martino ha contribuito nella sua lunga e prolifica carriera a elevare di rango il giallo italiano, troppo spesso relegato a produzioni low-budget caratterizzate da mancanza di idee e situazioni al limite dell’imbarazzante.
Regista di pellicole quali “Lo strano vizio della signora Wardh“, “La coda dello scorpione“, “Tutti i colori del buio” e “Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave“, Martino si è imposto come uno dei registi di genere più raffinato, elegante e creativo degli anni Settanta, riscuotendo enorme successo anche nella commedia e nel poliziottesco. “I corpi presentano tracce di violenza carnale” è forse il suo giallo migliore. Senza dubbio, quello con maggiore impatto visivo.
Ambientato in un’assolata Perugia, in una pellicola che sembra anticipare macabri fatti di cronaca italiana che in un passato molto recente hanno riempito rotocalchi e prime pagine di tutti i quotidiani nazionali, il film segue le vicende di cinque studentesse universitarie perseguitate da un violento assassino che non si limita a ucciderle, ma per concludere l’opera si diverte a sezionare i loro cadaveri seguendo un macabro rituale (da qui il titolo internazionale “Torso“).
Per cercare di rilassarsi e scappare dalla città, quattro di loro decidono di trascorrere un weekend in un casale di campagna immerso nel verde e, apparentemente, nella tranquillità. Nel corso del weekend, però, una di loro precipita dalle scale e, con una caviglia lesionata, è costretta a rimanere a letto mentre le altre si divertono come meglio possono (e qui Martino non rinuncia a calcare la mano sull’aspetto pruriginoso che ha da sempre caratterizzato il genere del thriller all’italiana). Durante la notte, tuttavia, i festeggiamenti volgono drasticamente al termine: il serial killer scopre il rifugio e strazia i corpi delle giovani ragazze, ma commette un errore. Non sa infatti che al piano di sopra riposa, imbottita di tranquillanti, la quarta ragazza, che si accorgerà della carneficina solo il mattino dopo, al risveglio. Da questo momento in poi, il film vira verso una serie di sequenze al limite del sostenibile, con sezionamenti di corpi e tentativi da parte della bellissima sopravvissuta (la Suzy Kendall de “L’uccello dalle piume di cristallo“) di mantenere nascosta la sua presenza all’interno della villa, braccata da uno spietato uomo nero che continua a sentire strani rumori provenienti dal piano di sopra…
Curiosità: il titolo originale avrebbe dovuto essere “I corpi NON presentano tracce di violenza carnale“, in linea con la trama del film (e con il movente dell’assassino), ma in fase di produzione si scelse di eliminare la negazione, creando una sorta di specchietto per le allodole per il pubblico, evidentemente alla ricerca di situazioni morbose ed estreme.
Il film è disponibile in italiano (anche con audio inglese) in un’edizione speciale CG Entertainment con DVD e Bluray di qualità eccellente, accompagnata da interviste e approfondimenti con cast e tecnici.
di Claudio Questa
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