Il raggamuffin salentino è una miscela tra reggae e sonorità meridionali e la band dei Sud Sound System ne sono indiscutibilmente i precursori. Un’occasione che ha permesso alla pugliesità di uscire dai confini e arrivare fin dove il reggae è nato, e oltre. Di questo e molto altro ha parlato il leader della band Nandu Popu nel corso di un’intervista a Italiani Mambo su Radio Cusano Campus.
I tormentoni estivi sono molto lontani dalla cultura musicale di provenienza degli amici salentini, tant’è che sul tema hanno detto: “Si fa fatica ad ascoltarli, sono frutto di una selezione di mercato dopato dai like, dalle logiche del digitale, che impone regole diverse dal passato dove i dischi venivano pensati, prodotti e resistevano nel tempo. La musica che ascoltiamo, oggi, ha vita breve. I tormentoni durano dieci, quindici giorni, non di più, poi finiscono nel dimenticatoio. Negli anni passati, invece, resisteva in classifica settimane, mesi, ancora oggi ci capita di trovare vecchi brani. Il mercato discografico è in affanno, si deve puntare sulla qualità.”
“La parola tormentoni non ci piace, non ci piace l’idea di dover tormentare! Proveniamo da una tradizione musicale dove la musica cerca di lenire i dolori della vita. Siamo la continuazione della taranta, un rituale catartico collettivo dove la musica si prendeva cura dei disagi della società. Siamo i primi fruitori di questa terapia, di questo rituale collettivo – ha detto Nandu Popu – la musica dovrebbe assolvere a questo compito, anche oggi, altrimenti serve a ben poco. La musica dev’essere momento di crescita, non tormento. Ne abbiamo bisogno, oggi più che mai, i social tendano a disgregare, renderci meno social. Il live è un momento in cui la gente si ritrova.”
Sulle logiche social, invece, il cantante fa notare che dove ci sono visualizzazioni, e like, non sempre c’è qualità: “In rete vince chi la spara più grossa. L’online è un contenitore dove haters e lovers si incontrano – ha sottolineato Popu – quanto al singolo Girai Girai, invece, l’artista ha voluto sottolineare la tendenza a cercare cose angosciandoci, invece le abbiamo davanti agli occhi, dentro. E’ un brano che abbiamo proposto in modo allegro, con l’obiettivo di far ballare. Da bambini giriamo intorno a noi stessi per provare l’ebrezza di danzare. La danza restituisce al corpo serenità, girando vedi cose nuove, ti metti in discussione. Non solo, girare provoca vertigine, fa capire cosa vogliamo e cosa non vogliamo, interrompe il dialogo interno che ognuno di noi ha e attiva altri stati di percezione.”
Insieme da trent’anni, i Sud Sound System sono indispensabili l’uno all’altro. Ogni anno girano l’Italie e il mondo col loro inconfondibile e autentico sound. “La musica permette di capire chi siamo, allarga gli orizzonti agli stessi salentini. L’anno scorso abbiamo chiuso la stagione con 56 live, quest’anno siamo oltre i 50 – ha concluso l’artista – andiamo in giro per le piazze, i festival da Nord a Sud. E’ un’esperienza enorme da un punto di vista umano, ci permettere di conoscere tanta gente.”