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CINEMA FESTIVAL DI VENEZIA

La coreografia della morte: Suspiria, il nuovo film di Luca Guadagnino

Luca Guadagnino, giovanissimo, rimase estasiato passando davanti alla locandina originale del capolavoro horror di Dario Argento (LEGGI ANCHE: Suspiria: la Strega e la Ballerina di Dario Argento).

Era il 1977. 

“Non sapevo di cosa trattasse, né che il titolo fosse in latino, ma l’immagine era così potente che iniziò a crescere dentro di me. Durante il giorno passeggiavo in paese, ma il momento che attendevo di più era quando mi avvicinavo al cinema, per rimirare nuovamente il poster. È così che ho scoperto Dario Argento e Suspiria. Ed è così che è nata una delle mie principali identità, come uomo e regista”.

40 anni dopo, reduce dal successo mondiale di Chiamami col tuo nome, il regista siciliano ringrazia sentitamente uno dei suoi ispiratori e lo omaggia con il suo sesto lungometraggio nelle sale dal primo gennaio 2019 – dopo il passaggio in concorso a Venezia 75 – mantenendo lo stesso titolo latino che tanto lo aveva incuriosito ma cambiando le carte in tavola. 

Perché se è vero che rifare tale e quale un capolavoro è una condanna a morte, omaggiarlo è la migliore delle mosse.

Luca Guadagnino sposta le lancette dell’orologio e ci riporta proprio nel 1977, per raccontarci la storia della Madre dei Sospiri.

Chi era Mater Sospiriorum? “Secondo la leggenda” si tratta di una delle tre Madri che regolano il mondo, come ci racconta Thomas De Quincey nella sua opera del 1845 Suspiria De Profundis. L’autore afferma di aver sognato la dea latina Levana che gli presentava tre donne, le “Nostre Signore del Dolore“: la prima, la maggiore, chiamata Mater Lacrimarum, “Nostra Signora delle Lacrime”; la seconda, Mater Suspiriorum, “Nostra Signora dei Sospiri”; la terza, la più giovane, Mater Tenebrarum, “Nostra Signora delle Tenebre”.

La seconda delle sorelle è chiamata Mater Suspiriorum, Nostra Signora dei Sospiri. (…) Non piange, non geme. Ma sospira impercettibilmente a intervalli. (…) non grida mai, non sfida mai, non sogna aspirazioni ribelli. È umile fino all’abiezione. La sua è la sottomissione di chi non spera. Può mormorare, ma solo in sogno. Può sussurrare, ma solo tra sé nella penombra. Brontola, talvolta, ma solo in luoghi solitari, desolati come lei è desolata, in città diroccate e quando il sole è sceso al suo riposo. 

La personificazione estrema dello sconforto, del dolore, delle pene.

suspiria guadagninoVenerata come Madre Suprema all’interno della Helena Markos Dance Company, prestigiosa scuola di ballo berlinese, almeno secondo quanto confessa una disperata ballerina, Patricia, al dottor Kemplerer, un anziano psicoterapeuta che inizia a credere alle parole della sua paziente solo dopo la sua misteriosa scomparsa.
Nella scuola di ballo giunge Susie Bannion, giovane e ambiziosa ballerina americana il cui unico sogno della vita sembra essere quello di eseguire il Volk, marchio di fabbrica della celebre coreografa Madame Blanc che, proprio all’interno della scuola, si accinge a realizzare l’ultima replica del suo cavallo di battaglia…

I giorni passano e, mentre Susie si aggiudica fin da subito il ruolo di protagonista nel Volk, il rapporto tra la ballerina e Madame Blanc si fa sempre più intenso, mentre un’altra ragazza, Olga, “dissidente” e vicina alle tesi cospirazioniste dell’amica Patricia, sembra aver abbandonato la prestigiosa scuola.

Nel frattempo, all’insaputa delle allieve, tra le superiori della scuola avviene una votazione segreta su colei che verrà chiamata a dirigere l’accademia di ballo: le due candidate sono l’algida Madame Blanc e la misteriosa Elena Markos

E come se non bastasse, a migliaia di chilometri di distanza, in una comunità amish, una donna apparentemente in stato catatonico non emette alcun segnale di vita, se non lunghi, continui, rochi sospiri…

Luca Guadagnino gioca a carte scoperte fin da subito all’interno di questo nuovo Suspiria, che compendia tutto il suo amore per il cinema e per Dario Argento: ci sono le streghe, come nel suo antesignano, ci sono gli attacchi terroristici degli Anni di Piombo, che si respirano nelle ambientazioni dei primi film del regista romano degli anni ’70; c’è la danza nella sua forma più austera e liberatoria, suprema espressione artistica dell’Io interiore che punta alla perfezione (impossibile non pensare all’immensa Natalie Portman de Il cigno nero di Darren Aronofsky), in bilico tra poesia e morte.

E nel magnifico tripudio di colori e gesti fisici al limite dell’impossibile, culminanti nella rappresentazione del Volk con purpurei abiti cordati e intimo color carne, la coreografia (di danza e di morte, come nella magnifica scena durante una prova di Susie mentre Olga viene attirata in un’altra sala all’interno dell’accademia) è l’unica vera Madre a cui le donne tendono le braccia muscolose e affamate, cullate dalle musiche originali di Thom Yorke.

Donne potenti, crudeli, vendicatrici, supreme. Non c’è spazio per gli uomini nell’horror di Guadagnino, se non nel caso del dottor Kemplerer, ridotto alla fine del film a un essere impotente e inerme e interpretato comunque, guarda caso, da una donna, la grandissima Tilda Swinton, impeccabile nel ruolo principale di Madame Blanc e in quello di un ulteriore personaggio, che comparirà solo nell’incantevole, grand-guignolesco finale. 

Ci sono altri due uomini, nel film. A conferma di quanto appena affermato, però, le immagini di cui sono protagonisti parlano più di mille parole…

E c’è un cameo particolare, ennesimo omaggio del regista palermitano al Maestro del brivido italiano: Jessica Harper. La protagonista del Suspiria del 1977 torna nei panni della moglie del dottor Kemplerer, ritagliandosi un ruolo etereo e commovente, inevitabilmente legato all’accademia di ballo berlinese.

C’è poco da tenere aprioristicamente il punto e incrociare le braccia: Suspiria di Luca Guadagnino è un esercizio cinematografico che può legittimamente lasciare l’amaro in bocca ma che va (mai come in questo caso) giudicato solo dopo averne goduto per intero la visione.

Che, al netto di qualsiasi preferenza, è una visione da mozzare letteralmente il fiato.

Guarda il trailer di Suspiria: