Nel corso della storia la Luna ha ispirato poeti, artisti, filosofi e musicisti di tutto il mondo: un po’ quello che è successo anche al cantautore alessandrino Tavo che ha appena pubblicato il suo nuovo Ep, “Theia” (Noize Hills Records). Un disco di sei tracce in cui Tavo, considerato uno degli artisti più interessanti del panorama indie pop italiano, catapulta l’ascoltatore in un viaggio spaziale attraverso metafore oniriche e un’ironica componente testuale, prendendo spunto dalla leggenda della nascita della luna a causa della collisione della Terra con il pianeta Theia.
Tavo vuol mostrare come talvolta dagli errori possano nascere cose meravigliose, d’altronde “l’esistenza e la nascita della luna per me sono il più grande esempio di come ogni errore o fallimento passato possano essere motore di grandi successi a venire”.
Tavo, come nasce l’idea di dedicare un intero album alla Luna?
Più che una vera e propria dedica alla luna, questo EP si focalizza sulla sua nascita. Theia fu il gigantesco pianeta che collidendo con la Terra scagliò i detriti in orbita. Questi, per la legge di attrazione gravitazionale, si riunirono in rocce, poi macigni, montagne… fino a formare la Luna. È bello scoprire che la Luna, il satellite che ci sembra così extraterrestre, in realtà sia composto della stessa materia della Terra. È una costola strappata al nostro Pianeta.
L’altro punto chiave è come da una catastrofe del cosmo, sia nata l’unica possibilità che aveva la vita di esistere. Infatti, senza la Luna non ci sarebbe nulla su questo pianeta. Ho usato queste metafore sull’universo per raccontare alcuni momenti della mia vita colmi di errori e disastri, senza i quali però non ci sarebbero mai state molte cose belle.
C’è come un ciclo nell’EP che parte dalla notte, fa il giro e finisce nell’altra notte?
Esatto. Ho cercato di aprire e chiudere un ciclo. Nelle due tracce centrali “Gange” e “Sott’Odio” sono uscito dall’atmosfera cupa e silenziosa della notte per poi ritornarvici del brano (appunto) “Notte”. L’ho fatto perché sono un fan dei concept album e volevo strutturare il racconto esattamente come i concerti che faccio. Con un’apertura, uno sviluppo e una chiusura. Sarà più semplice capire il tutto quando uscirà l’album vero e proprio.
Un altro dei fili conduttori del cd è anche l’amore…
Non ho mai parlato d’amore nelle canzoni precedenti a questo EP. Avevo la fobia di risultare banale, essendo un tema piuttosto inflazionato. Per me “Theia” è stato un grande lavoro psicologico e una grande ricerca di coraggio. Ho cercato di parlare d’amore, guardandolo da punti di vista alternativi. Ho affrontato il rapporto con mia madre, gli amori finiti ed i problemi vissuti, talvolta pure risolti. “Il tempo di ballare” è forse il brano al quale sono più legato. Ho detto a mia madre ciò che non ho mai avuto il coraggio di dirle in ventisette anni, nei tre minuti di questa canzone.
Da una catastrofe è nato uno dei satelliti più affascinanti: si potrebbero trovare delle similitudini con il periodo che stiamo attraversando…
Credo di sì. Senza farlo apposta, questo periodo calza a pennello. Sono certo che le cose prima o poi miglioreranno. La copertina di questo EP rappresenta un mondo “fluido” nel quale il passato (rappresentato da un panda) fatica a convivere con un futuro incerto (rappresentato dalle astronavi) che può nascondere insidie o portare a giorni migliori.
Come hai vissuto il periodo di lockdown?
Non nel migliore dei modi direi. come tutti quanti del resto. Questo lockdown ha causato la cancellazione del nuovo tour “Il Tempo Di Ballare” che, peraltro, era iniziato nel migliore dei modi con una data di presentazione insieme ai Sick Tamburo. Questo era il primo anno che, per i live, avevo una vera e propria produzione alle spalle, con tecnici audio e luci molto in gamba. Alcuni di loro lavorano anche per artisti noti come Ermal Meta o Cristicchi. Insomma, la mia è stata una reclusione drammatica, anche se necessaria. In compenso mi sono capitate anche cose positive e molto belle: una collaborazione con Levi’s Italia per il live 501, tante interviste e l’anteprima esclusiva del video di “Gange” su Billboard Italia.
Ti ha ispirato nuovi brani?
Contrariamente a quanto si possa pensare, il lockown non hai incentivato la mia creatività anche se, comunque, ho continuato a suonare e scrivere. Diciamo che, se prima impiegavo una settimana per la stesura di un testo, ora impiego due mesi. Secondo me, per chi canta o suona ci sono periodi in cui si osserva e si assorbe e periodi in cui si parla e si scrive. Sicuramente terminato questo periodo si avrà modo di comprenderlo nella sua interezza e verranno buone idee. Riesco a scrivere canzoni quando sono lontano fisicamente e mentalmente da una determinata situazione. Quando ci sono dentro, beh… mi sento nel cestello di una lavatrice in centrifuga. Ho bisogno di calma.
Cosa ne pensi dello stato attuale della musica italiana?
In questo preciso istante il panorama è catastrofico. Molte delle persone con le quali lavoro nei live, sono a casa senza lavoro e senza stipendio. Anche loro hanno, come tutti, bollette e famiglie. Quello della musica è un mondo scarsamente tutelato dalle istituzioni: senza i concerti gli introiti economici, al giorno d’oggi, sono pari a zero. Sono sicuro che questa crisi economico/sociale servirà ad ottenere, alla fine di tutto, riconoscimenti e tutele al pari degli altri lavori. Detto ciò continuo, cosi come molti altri artisti a scrivere e pubblicare per rendere, nel limite delle mie capacità, queste giornate un po’ meno amare.
Se potessi esprimere un solo desiderio, cosa ti auguri che succederà con l’uscita di “Theia”?
Spero di fare al più presto il tour spaziale di “Theia”. La gratificazione più grande all’uscita di un singolo, un EP o un album, sono i concerti: non vederne in prospettiva un po’ mi abbatte. Sicuramente mi aspetto possa fare un buon numero di ascolti. Per ora, ciò che mi importa è che le persone, dopo aver ascoltato “Theia”, vi riconoscano al suo interno parte dei sentimenti e dell’entusiasmo che ho impiegato nello scrivere questo EP.