E’ un film sugli alieni. Ma non solo. E’ una storia che fa piangere e ridere: le due cose più belle che possono capitare durante la visione di un film.
“Tito e gli alieni“, secondo lungometraggio di Paola Randi che uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 7 giugno, cerca di mettersi in sintonia con i nuovi desideri del pubblico coniugando qualità e originalità.
“E’ una storia piccola, di gente sospesa, sperduta in un luogo immenso, l’Area 51, il posto misterioso dove si dice che vivano gli alieni” ha dichiarato la regista durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina a Roma.
Protagonista un grande Valerio Mastandrea nei panni del “Professore”, uno scienziato che vive isolato nel deserto del Nevada e che, dopo la morte della moglie, passa le giornate su un divano cercando segnali provenienti dall’universo. Il suo unico contatto con il mondo è Stella (Clemence Poesy), una ragazza che organizza matrimoni per turisti appassionati di alieni. Tutto cambia quando in quel posto sperduto arrivano da Napoli i due nipoti (Luca Esposito e Chiara Stella Riccio), spediti lì dopo la morte del loro padre.
Adottando il linguaggio della fantascienza il film affronta il tema della perdita in maniera originale e poetica, prendendo spunto da una esperienza personale della regista, che è anche co-sceneggiatrice insieme a Massimo Gaudioso e Laura Lamanda: “Mio padre, nell’ultima parte della sua vita, cominciava a perdere la memoria. Un giorno lo colsi assorto davanti ad una foto di mia madre sorridente, scomparsa da più di dieci anni. La guardava per ore, cercava di conservarne il ricordo” ha raccontato Randi. “Questa immagine me ne provocò un’altra che mi ha portato a sviluppare questa storia: quella di uomo solo nel deserto intento ad ascoltare senza sosta i segnali dell’universo in cerca della voce della moglie scomparsa. Ho lavorato proprio su come si fa a trovare un antidoto al dolore della perdita e ai problemi che ne conseguono“.
“Il Professore è un uomo che mantiene vivo il ricordo di una persona che non c’è più in maniera acritica e questo gli impedisce di vivere la nuova vita. La perdita ti può permettere di vivere il presente, ma anche il futuro, in maniera diversa” ha detto Valerio Mastandrea. “E’ come se dormisse e viene svegliato da due “mosche”, i due bambini, che lo costringono a vivere, a riprovare sentimenti“.
“E’ stata un’esperienza molto bella e utile – ha concluso Mastandrea – E’ l’aspetto poetico della storia che mi ha colpito moltissimo, al di là del genere. Paola non è una regista e basta, è un’artista pura, si porta dietro cose meravigliose e difficilissime che cerca di comunicarti“.
“Tito e gli alieni” è distribuito da Lucky Red ed è prodotto da Bibi Film con Rai Cinema e Timvision.